ANNO 14 n° 109
Minacce e schiaffi ai giocatori della Viterbese, Camilli: ''Non ho visto nessuno''
In sei sono finiti a processo per lesioni, minacce e percosse
13/01/2019 - 03:19

VITERBO – (b.b.) Appena fuori dallo stadio Rocchi, poco prima della partita contro il Montefiascone, nel marzo del 2014, si scagliarono contro alcuni giocatori della Viterbese, minacciandoli e colpendoli a calci e schiaffi in volto. Una vera e propria imboscata che secondo la Procura sarebbe stata messa a segno da un gruppo di ultrà della curva, stanchi dell’andamento in campo della squadra di patron Camilli.

''Se non vincete, vi spacchiamo le gambe'', si sarebbe sentito urlare durante l’aggressione. Per quegli scontri, in sei sono finiti a processo per minacce, lesioni e percosse.

Nei giorni scorsi, una nuova udienza a loro carico di fronte al giudice Silvia Mattei. Ma dei testimoni chiamati in aula, nessuno sarebbe pronto a giurare di aver visto quei sei ragazzi colpire Daniele Federici, Rocco Giannone e Matias Vegnaduzzo, ex gialloblù.

''Abbiamo sentito urla e schiamazzi. Sono nomi e volti noti, ma non li abbiamo visti fisicamente colpire i giocatori''. Cosi come sottolinea anche il presidente Piero Camilli: ''Quando sono arrivato fuori dal campo, non c’era più nessuno. Non ho visto niente''.

Ad avere la peggio, durante quell’aggressione uno stewart 80enne che tentò di difendere i giocatori: venne picchiato e scaraventato a terra. Trasportato in ospedale, gli vennero riconosciuti venti giorni di prognosi.

Si tornerà in aula a luglio.






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