ANNO 14 n° 114
Minacce ai giornalisti, Lazio maglia nera
Cronisti e magistrati a confronto su ''Giornalismo e Giustizia''
23/09/2017 - 07:38

MONTEFIASCONE - Si è svolto ieri, nella bellissima e suggestiva location della Rocca dei Papi di Montefiascone, il convegno organizzato dall'associazione Stampa Romana e dell'associazione nazionale magistrati intitolato ''Giornalismo e Giustizia''.

L'incontro, nato con l'obiettivo di implementare nozioni di diritto per i cronisti di giudiziaria, ha rappresentato una importante occasione di confronto tra magistrati e giornalisti. Sono stati affrontati tanti aspetti chiave delle due professioni: dal rapporto professionale tra i giornalisti e le fonti, alle testimonianze dei cronisti perseguitati dalla mafia, ma anche gli aspetti legislativi del reato di diffamazione passando per le responsabilità dei magistrati nel perseguire chi fa informazione. Il tutto senza dimenticare il tema caldissimo delle intercettazioni.

Il convegno è stato aperto dalle parole del sindaco di Montefiascone, il quale ha sottolineato la cruciale importanza della collaborazione tra l'attività giuridica e quella giornalistica, è poi proseguito con una serie di relatori che si sono alternati sul palco per tutta la giornata.

Lazzaro Pappagallo, segretario dell'associazione Stampa romana, e Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno per l'informazione, hanno poi raccontato la difficile e pericolosa condizione in cui vivono molti giornalisti in Italia. ''Il Lazio è maglia nera per minacce ai cronisti - ha spiegato mostrando dei dati ufficiali Pappagallo - Solo nel 2017 sono stati 109 i colleghi che hanno subito intimidazioni nella sola regione Lazio. E' un dato molto preoccupante''. Anche Spampinato ha presentato dei numeri poco incoraggianti: ''In Italia vengono aggredite ogni anno 3000 persone che sono legate al mondo dell'informazione - avverte il direttore di Ossigeno - è necessario fare di più per difendere il diritto di espressione, informazione e opinione nel nostro Paese''.

Particolarmente toccanti sono state poi le vicende dei giornalisti che hanno lottato, e ancora lottano, contro le mafie e allo stesso tempo devono difendere le loro fonti e il loro mestiere dalle indagini - in alcuni casi troppo pressanti - di magistrati e forze dell'ordine. Le storie raccontate in prima persona da Gianluca Paolucci (finito sotto indagine dopo aver portato alla luce delle intercettazioni su presunte pressioni lobbistiche sul governo) o quelle di Rosaria Federico e Mariagrazia Mazzola, costrette a difendersi ogni giorno non solo dalle costanti intimidazioni mafiose o dei potenti di turno, ma anche dalle accuse di magistrati e autorità ''che invece dovrebbero tutelare chi, come loro cerca di portare a galla la verità in casi difficili''. ''Nel momento in cui scaviamo a fondo, stiamo facendo crescere la democrazia'' ha detto senza nessun timore Mariagrazia Mazzola.

Tutti i relatori hanno comunque ribadito quanto sia importante e decisiva per tutte le vicende future una maggiore collaborazione tra chi svolge l'attività di magistrato e chi quella di giornalista.






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