ANNO 14 n° 117
''Mia mamma in lacrime sulle scale,
papā l’aveva picchiata di nuovo''
In aula il racconto del figlio di L.F. alla sbarra per violenza sessuale,
lesioni, maltrattamenti, stalking, percosse, ingiurie e minacce
01/03/2017 - 07:35

VITERBO – Violenza sessuale, maltrattamenti, stalking, percosse, lesioni, ingiurie e minacce. Queste le accuse a carico di L.F., 70 anni, ex attivista del nucleo armato proletario, oggi residente a Vetralla. Dall’altra parte della sbarra, come parte civile, l’ex compagna C.C., che nel 2013 lo denunciò, stanca delle sue pressioni e del suo comportamento autoritario.

''Mamma non poteva avere amici, non poteva andare a lavoro se prima non avesse pensato alla casa. Se non tornava in tempo per il pranzo o per la cena, erano guai. Se non la pensava come papà, si litigava. Ogni occasione era buona per discutere.''. Una subordinazione mentale e fisica, quella descritta dal figlio della coppia, che avrebbe condizionato anche i rapporti intimi tra i due, consumati contro la volontà della donna.

''La relazione tra mamma e papà non è mai stata rose e fiori. Eravamo una famiglia unita, ma i litigi e le discussioni erano all’ordine del giorno – ha spiegato il ragazzo, classe 1993 - Papà ha sempre avuto un carattere forte, tra i due era lui a prevalere. Nell’organizzazione della casa, ma anche all’interno del loro rapporto: se mamma non era accondiscendente, il confronto sfociava in un litigio. Ogni volta sempre più animato.''.

Voci grosse e parole offensive, a volte trasformatesi in violenza fisica: ''Un pomeriggio mentre ero nell’appartamento dei nonni, ho sentito delle urla. Erano i miei che stavano litigando. Sono andato da loro e ho trovato mamma in lacrime, sulle scale di casa. Papà le aveva dato uno schiaffo in faccia. Era rossa, spaventata come mai prima''.

Era il 21 luglio 2013, quello stesso giorno la donna andò dai carabinieri per sporgere denuncia, accompagnata da alcune psicologhe dei servizi sociali. Ed è proprio una di loro a fornire in aula, i dettagli più intimi e particolari di quella relazione. ''C. era alla ricerca disperata di aiuto: voleva andarsene da casa, ma non aveva un lavoro stabile. Voleva sfuggire da quella relazione così complessa e marcia: non volendo era diventata vittima di continui maltrattamenti. Psicologici, più che fisici. Tra loro non c’è mai stato un rapporto alla pari, ma di totale subordinazione. Ogni occasione era buona per litigare e insinuare dubbi sulla fedeltà della donna: L. pensava che avesse un altro uomo e che frequentasse altre persone al di fuori dell’ambiente famigliare.''.

''Ma mamma non aveva amici, né conoscenti – ha concluso il figlio - Quando non stava a lavoro, era a casa. Perché papà voleva così''.






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