ANNO 14 n° 89
''Mia madre camminava, non mi dissero che era caduta e si era rotta il femore''
Torna in aula la vicenda giudiziaria della casa di riposo ''Il Fiordaliso''
20/09/2017 - 06:58

GRADOLI - Assenza di cibo e morti sospette: al tribunale di Viterbo si è tornati sulla vicenda che ha visto, come protagonista, la casa di riposo ''Il Fiordaliso'' e il suo responsabile Franco Brillo con la famiglia. Sono pesanti le accuse mosse dal P.M. Franco Pacifici che, ieri mattina, ha interrogato due dipendenti, la figlia di una donna deceduta in circostanze poco chiare e il dipendente della filiale bancaria tramite la quale, Federico Brillo, ha ricevuto le deleghe sui conti di alcuni anziani ospitati dalla casa di riposo. La vicenda ha scosso la città dal 2009 al 2010, anno in cui, il Comune ordinò la chiusura della struttura perché non abilitata all'accoglienza di ospiti non autosufficienti.

''Prestavo assistenza agli anziani perché alcuni avevano la carrozzina e dovevano essere lavati e imboccati - esordisce la prima teste, una dipendente del Fiordaliso - Richiedevano attenzioni perché non autosufficienti. Quando c'era bisogno veniva il medico, ma normalmente c'erano le infermiere''.

Molti i dettagli che si ripetono rispetto alle precedenti versioni rilasciate dalla donna e le sue ex colleghe. Si parla delle cure prestate e di presunti servizi mancanti: dal riscaldamento al cibo. ''Franco faceva la spesa e noi dovevamo cercare di far bastare gli alimenti per tutti. All'inizio c'era abbondanza, ma poi sono iniziati a mancare gli omogenizzati per le persone con problemi della masticazione e alla fine sono diminuiti anche gli ingredienti. I più giovani si lamentavano di avere ancora fame, ma agli altri bastava perchè mangiavano poco. Per quanto riguarda i riscaldamenti, noi stavamo bene con un giacchetto, ma abbiamo un'esigenza diversa rispetto agli anziani. Li coprivamo molto e solitamente usavamo delle coperte''.

Un mistero fitto, questo dell'alimentazione, tra conferme e tante contraddizioni. Si parla di un menu fisso settimanale ma di ingredienti non sempre sufficienti. E si parla del resto della famiglia Brillo. In particolare della moglie Graziella, anch'essa presente nella struttura: ''Quando c'era lei non si lavorava bene. - conferma la seconda dipendente della struttura - Inizialmente veniva di tanto in tanto poi è diventata tanto costante da dormirci. Strillava con noi dipendenti e non sapevamo mai cosa aspettarci. Era di umore variabile e particolarmente esigente: era capace di ribaltare un armadio se non era nell'ordine che chiedeva lei. Solitamente se la prendeva con le lavoratrici come me, senza titolo ma solo esperienza. Ma i pazienti erano curati e a Gradoli, a differenza di Castel Giorgio, c'erano le infermiere. e anche qualche ospite con problemi psichiatrici''.

Problemi di gestione che portano il P.M. a cercare di far luce su una situazione che potrebbe non essersi fermata all'interno della struttura. Ascoltato, infatti, anche il responsabile della filiale di Acquapendente: ''Io ho sempre avuto rapporti solamente con Federico. Aveva aperto il conto e ottenuto la delega per operare su quello di tre degli ospiti della Fiordaliso. Io ho visto tutti e tre i deleganti in questione perchè ho dovuto raccogliere le loro firme. Per uno di loro sono dovuto andare io nella struttura perchè l'uomo in questione viveva su una sedia a rotelle. Uno di loro, tempo dopo, lo rividi perchè aveva bisogno di una certa cifra che, essendo alta, gli portai di persona. Non appena andarono via revocarono la delega: uno di loro venne accompagnato dal fratello che fu delegato al posto di Brillo. Franco non ha mai operato su questi conti perchè non in possesso della delega''.

Solo a novembre si continuerà a valutare un caso che ha lasciato molti dubbi e tante incertezze, come quelle portate dalla figlia di una delle donne scomparse: ''Mi chiamarono solo due giorni prima della morte. La trovai allettata e in ospedale ma nessuno mi disse che aveva il femore rotto. La portai da Arezzo che era in grado di camminare e la ritrovai non più autosufficiente. E non ho mai saputo le cause della rottura del femore, nè della perdita di autosufficienza''. 

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