ANNO 14 n° 111
''Mi ha strappato
via la serenità''
Parla in aula T.L. vittima di stalking
per 4 anni. Alla sbarra l’ex amante
18/10/2016 - 02:00

VITERBO – ''Mi creda. Sono una persona forte. Estremamente forte. Equilibrata e controllata. Ma quello che ho vissuto è stato un vero e proprio incubo, che mi ha strappato via la vita e la serenità’’. Ha la voce ferma T.L. mentre racconta il suo passato di inferno. Un passato che, al contrario di molte altre donne, ha trovato il coraggio di denunciare: vittima di stalking dal 2008 fino al 2012, la donna è stata costretta a dire addio alla sua quotidianità.

''Ricevevo di giorno e di notte decine di chiamate anonime: dall’altra parte della cornetta, il silenzio. All’inizio non ci facevo caso, speravo fosse solamente uno scherzo di cattivo gusto. Ma così non è stato. Nel giro di alcune settimane ho iniziato a sospettare che dietro a quelle chiamate ci fosse qualcosa di più grande e pericoloso’’. E infatti. Mesi e mesi di pedinamenti e telefonate che sarebbero da addebitare al suo ex amante, F.M., oggi imputato. ''Passava di continuo in macchina davanti al mio negozio. Si fermava. Voleva che lo notassi. Poi ripartiva. Contemporaneamente il mio cellulare squillava. Il solito numero anonimo e lo stesso silenzio. Era terribile: mi sentivo spiata e controllata’’.

Nonostante la difficoltà nel raccontare, la giovane T.L. non si lascia mai sopraffare dalle emozioni. Le controlla. Le domande degli avvocati non la intimoriscono: è intenzionata a dire tutto e ad assicurare alla giustizia il responsabile.

''Non avevo più una vita: la mia esistenza dipendeva dagli altri. Non andavo a fare la spesa da sola. Non passeggiavo per le vie del paese. Avevo paura di rimanere da sola nel mio laboratorio d’arte. Per questo ho chiuso. Ho abbassato la saracinesca e ho smesso di lavorare’’. Un danno economico, oltre a quello psicologico. ''Neanche a casa stavo più tranquilla: ho chiesto aiuto ad un mio amico. Veniva a dormire da me la sera, per proteggere me e la mia bambina, Speravo che vedendo un uomo accanto a me, F.M. si scoraggiasse e la smettesse’’. Ma niente. Non sarebbero servite neanche tre denunce sporte dai carabinieri, nel 2011. ''Le telefonate e i pedinamenti sono proseguiti per tutto il 2012. Oggi ha smesso e sono tornata a vivere. Accanto a me ho un uomo che mi ama e mi dà serenità’’.

Ma non ha intenzione di gettare la spugna: alla proposta del giudice Rita Cialoni di ritirare le denunce, T.L. risponde con un ''no'' deciso. Vuole andare avanti. Vuole che chi deve pagare, paghi.

La prossima udienza, per ascoltare i primi testimoni della difesa dell’uomo, è stata fissata a gennaio 2017.






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