ANNO 14 n° 111
''Mi denunci? Muore
Sansone e i filistei''
Violenze e abusi su una 40enne e i suoi figli hanno portato all'arresto di un pregiudicato
03/05/2016 - 12:00

VITERBO - Botte, schiaffi, pugni, insulti e minacce di morte alla compagna e ai suoi figli: con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e minacce aggravate dall'uso del coltello è finito in manette L.C.V., siciliano classe 1965, piccolo artigiano residente in un comune della zona del litorale, arrestato ieri dalla squadra mobile della questura di Viterbo. L'uomo nel 1995 era stato condannato in via definitiva per l'omicidio volontario di un coetaneo: dopo aver scontato circa 12 anni, ora era fuori dopo un periodo di messa in prova.

Tutto ha avuto inizio il 18 aprile scorso. ''Quando una donna di circa 40 anni, italiana - spiega il dirigente della Mobile, dottor Fabio Zampaglione -, è venuta insieme al suo avvocato a sporgere denuncia nei confronti di un uomo che era suo compagno da 2014 e con cui aveva avuto un figlio che ora ha circa un anno. Una storia brutta, fatta di vessazioni e violenze l, psicologiche e fisiche, che la donna ha raccontato di subire da circa 2 anni da parte dell'uomo. Per le botte è anche finita due volte al pronto soccorso, dove però per paura di ritorsioni non lo aveva denunciato'.

Il quadro emerso dalla denuncia mostra una grave escalation di violenza. 'L'uomo era ossessionato dalla gelosia verso la compagna - aggiunge -, tanto da farle terra bruciata intorno e da impedirle qualsiasi contatto con familiari o amici. L'aveva di fatto rinchiusa in una sorta di isolamento. La cosa più grave emersa, tuttavia, è il fatto che la vicenda ha coinvolto anche dei minori: la donna ha una bimba di otto anni, avuta da un precedente matrimonio, e anche la ragazzina è stato oggetto di offese e minacce da parte dell'arrestato. Inoltre la bambina era costretta ad assistere alle violenze ai danni della madre. L'altro bimbo di un anno, anche lui oggetto di violenze, è invece figlio della coppia'.

Il fattore psicologico ha giocato un ruolo fondamentale nella vicenda. 'La donna aveva paura per sè e per i suoi figli - aggiunge Zampaglione - dato che il compagno si vantava con lei di aver commesso negli anni '90 un omicidio: le diceva che avrebbe fatto la stessa fine, minacciandola con dei coltelli. Per scoraggiarla dal denunciare, le ripeteva 'muoia Sansone con tutti i filistei', lasciando intendere che se lo avesse denunciato lui l'avrebbe fatta pagare a lei e ai suoi figli. Parliamo di una situazione di estremo pericolo'.

Dopo la denuncia, la squadra mobile lo stesso 18 aprile, in collaborazione con gli assistenti sociali del comune in cui risiedono, ha provveduto ad allontanare dal nucleo familiare la donna e i due minori. 'L'abbiamo Portata via di notte - spiega ancora il dirigente della Mobile -, con gli assistenti sociali del Comune in cui risiedono che sono stati vicini e puntuali, provvedendo al loro trasferimento in una comunità per donne e bimbi vittime di violenza. Abbiamo agito velocemente per evitare ritorsioni: da quando la donna ha sporto denuncia, non ha più avuto nessun contatto con l'uomo'. Il quale è stato perquisito la sera stessa. 'Abbiamo fatto irruzione e lo abbiamo Perquisito - spiega - trovando in casa due coltelli di genere vietato, uno dei quali l'uomo lo teneva sempre in tasca con sè, a portata di mano. Lo abbiamo neutralizzato, permettendo alla donna e ai suoi figli di recuperare gli effetti personali, prima di trasferirli in un centro antiviolenza. Voglio sottolineare l'ottima sinergia creatasi con gli assistenti sociali e con il centro antiviolenza che ha subito messo a disposizione tre posti'.

In pochi giorni la squadra mobile, con il sostegno dell'autorità giudiziaria - pm Tucci, gip Poli - ha confezionato una corposa informativa di reato, fatta di testimonianze dei amici e parenti della donna e, soprattutto, dell'adozione protetta della figlia di otto anni, che ha confermato le violenze. Ieri l'esecuzione della custodia cautelare in carcere per il 50enne.

 

'Quando ha saputo dell'arresto - conclude Zampaglione - la donna è scoppiata a piangere. Nel giro di pochi giorni siamo riusciti con grande soddisfazione a dare una risposta immediata ad un caso di violenza domestica. Purtroppo è un problema sempre più diffuso, che investe tutte le classi sociali, con episodi che avvengono con cadenza quotidiana. Noi diciamo alle vittime di questi abusi di venire a denunciarli subito perché noi una soluzione la troviamo e stiamo vicini a chi subisce queste vessazioni'.

Ora alla donna e i suoi bambini resta la speranza di una vita nuova, senza più violenze.

 

 






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