ANNO 14 n° 89
Medicinali scaduti e gestione abusiva
Emergono nuovi dettagli sulla casa di riposo 'Il Fiordaliso'' di Gradoli
19/10/2016 - 02:01

VITERBO - Una struttura di accoglienza senza alcuna autorizzazione. Nessuna figura specialistica al suo interno, né tantomeno un piano di assistenza personalizzato per gli anziani pazienti. Per di più medicinali scaduti, gettati alla rinfusa su un tavolo di una stanza.

La casa di cura ''Fiordaliso'' di Gradoli non aveva alcuna ragione di essere definita tale. Ecco perché, a seguito di alcune verifiche da parte dei Nas di Viterbo nel gennaio del 2009, ne sarebbe stata disposta la chiusura. Ma il condizionale è d'obbligo, dal momento che quell'ordinanza dell'allora sindaco di Gradoli Gerardo Naddeo non sarebbe mai stata ottemperata dai gestori della struttura, Franco Brillo e i suoi due figli. 

Nonostante non potessero farlo, quindi, avrebbero continuato ad amministrare la casa come una qualsiasi struttura socio-sanitaria: al suo interno pazienti psichiatrici, anziani parzialmente autosufficienti e altri totalmente inabili a svolgere le più semplici azioni quotidiane. A prendersi cura di loro, personale non medico e per nulla adatto a somministrare terapie farmacologiche. 

Sedici ospiti in tutto nel 2009, a cui poi se ne sono aggiunti altri quattro. 

''Quando siamo tornati a controllare se la Fiordaliso avesse chiuso, così come disposto dall'ordinanza, e se i degenti all'interno fossero stati trasferiti, abbiamo dovuto notare come in realtà avesse continuato ad operare. Ma soprattutto avesse preso in carico altre persone: a febbraio 2010 erano 20 gli anziani che vivevano nella struttura'', ha sottolineato in aula, il luogotenente dei Nas Fernando Signore. 

E così una nuova ordinanza di chiusura, anche questa lasciata totalmente inadempiuta. È il 3 maggio 2010 e la struttura, ''condotta e gestita abusivamente'', come ha spiegato lo stesso, non aveva alcuna intenzione di chiudere i battenti. 

Intanto, però, gli anziani continuavano a perdere la vita: nell'arco di tempo che va dal 2009 al 2010, 11 degenti sono morti all'interno della struttura, mentre altri 5 sono deceduti dopo il loro trasferimento all'ospedale di Acquapendente.

I gestori della casa di riposo Franco, Maurizio e Federico Brillo sono alla sbarra, assieme al medico curante Bruno Gioiosi e alla neuropsichiatra Lucia Chiocchi, con l'accusa di abbandono di incapace aggravata dalla loro morte, somministrazione di medicinali scaduti e appropriazione indebita.

Dopo aver ottenuto le deleghe per accedere ai conti postali degli anziani ospiti avrebbero, infatti, secondo l'ipotesi della procura, prelevato somme di gran lunga superiori a quelle necessarie per pagare la retta.

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