ANNO 14 n° 110
Mazzoli : “La green economy è la chiave per uscire dalla crisi”
Il deputato del Pd alla festa dell’Unità
31/08/2014 - 12:27

“In Italia dobbiamo spingere per affermare in modo compiuto un nuovo modello di sviluppo che punti sulla crescita con un basso impatto ambientale. Serve un salto tecnologico e culturale per uscire dalla crisi strutturale che stiamo attraversando. Le misure introdotte nei mesi scorsi e quelle allo studio di Governo e Parlamento in queste settimane mirano a gettare le basi di una vera green economy anche nel nostro Paese”. Lo ha detto Alessandro Mazzoli, deputato del Partito democratico e membro della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici, partecipando ieri a un dibattito con il collega Enrico Borghi, capogruppo Pd della stessa commissione, e Andrea Egidi, segretario provinciale del partito. L’incontro si è tenuto a piazza del Gesù a Viterbo nell’ambito della Festa de l’Unità.

 

“Abbiamo voluto organizzare questo appuntamento – ha esordito Egidi – per capire qual è la strategia che il governo Renzi utilizza per affrontare la questione dello sviluppo nell’ottica della green economy”.

 

A entrare nel dettaglio dei provvedimenti ci ha pensato Mazzoli. “È stato giusto dedicare un pomeriggio della Festa de l’Unità ai temi dello sviluppo sostenibile sia perché riguardano il futuro del Paese, sia perché parlano alla natura stessa dei nostri territori e delle nostre comunità. Le novità normative che si stanno introducendo in questa legislatura rappresentano – ha dichiarato – un punto di svolta culturale, politico ed economico. Nei prossimi giorni, alla ripresa dei lavori parlamentari, discuteremo la relazione conclusiva dell’Indagine conoscitiva sulla Green Economy in Italia predisposta dal sottoscritto su mandato del Presidente Realacci. Si tratta di uno studio approfondito realizzato attraverso un ciclo vastissimo di audizioni durato sei mesi e che ha coinvolto tutti i soggetti istituzionali, imprenditoriali, sociali e civici presenti nel Paese. Il quadro emerso è estremamente interessante sul lato della crescita e dell’occupazione: in Europa la crescita annuale dell’occupazione “verde” è stata del 2,7% dal 2000 al 2008 ed è passata dai 2.400.000 posti di lavoro nel 2000 ai 3.400.000 nel 2012. In Italia – ha continuato - le imprese che hanno fatto investimenti “green” hanno avuto risultati migliori rispetto a quelle che non li hanno fatti. Maggiori esportazioni; più innovazione; più redditività più occupazione e, soprattutto, più occupazione a tempo indeterminato: il 52% delle assunzioni nelle imprese che investono in green economy sono a tempo indeterminato, mentre scende al 40,5% per le assunzioni non connesse al settore green. Insomma, la green economy fa già parte del presente della nostra economia e può diventarne il futuro. Questi dati acquistano ancora più significato alla luce dei drammatici numeri sulla disoccupazione in Italia pubblicati proprio in questi giorni”.

 

Mazzoli, dopo aver ricordato che la prossima programmazione europea stanzia miliardi di euro proprio per l’economia sostenibile, ha parlato anche del lavoro di recepimento delle direttive Ue in materia di efficienza energetica portato avanti sempre in Parlamento. “Ricordo che dal 2021 – ha affermato – entrerà in vigore l’obbligo di costruire edifici a consumo energetico “quasi” zero. Inoltre, nel maggio scorso, l’Italia ha recepito la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica che impegna i paesi membri ad abbattere del 3% l’anno, fino al 2020, i consumi energetici negli edifici pubblici di proprietà del Governo centrale e, nello stesso tempo, a predisporre un Piano d’Azione Nazionale per programmare nel medio-lungo periodo la riqualificazione energetica di tutto il patrimonio edilizio pubblico e privato”.

 

Mazzoli ha infine ricordato che gli eco bonus nel 2013 hanno attivato investimenti per 27 miliardi e mezzo di euro. “Anche questo dimostra che l’economia rispettosa dell’ambiente – ha ribadito – genera ricchezza e occupazione”. Nei prossimi giorni la commissione Ambiente discuterà del collegato ambientale alla Legge di Stabilità 2014, il quale introduce il concetto di capitale naturale del Paese, ovvero l’insieme delle emergenze naturali, il loro valore economico e quanto serve per preservarle.

 

Borghi ha invece ribadito come l’Italia sia molto indietro in materia di programmazione della green economy. “Due – ha detto il capogruppo Pd in commissione - sono i limiti principali che scontiamo: un ambientalismo fazioso, caratterizzato da un approccio ostruzionistico e conservatore, e vent’anni di berlusconismo che hanno concepito l’ambiente come marginale rispetto allo sviluppo a ogni costo. Ma ora stiamo cercando di cambiare le cose: per la prima volta nella legislazione nazionale entra l’idea di green economy. Inoltre, introdurremo il sistema del pagamento dei servizi eco sistemici. Si tratta di un meccanismo volontario per cui produttori e consumatori che emettono carbonio in atmosfera compensino le comunità di riferimento tramite quel pagamento”.






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