ANNO 14 n° 100
Sequestro milionario a Monterosi
Il questore Massimo Macera: ''Segnale importante per tutto il territorio''
Il colonnello Pecorari: ''Bene sinergia per raggiungere traguardi ambiziosi''
19/02/2020 - 14:30

VITERBO - (red.cro.) ‘’Quello di oggi è un segnale forte, perché tutti devono sapere che ad un’azione corrisponde una reazione. Anche nella provincia di Viterbo’’.

A dirlo è il questore Massimo Macera, ad apertura della conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli di una minuziosa indagine che ha portato ad un sequestro patrimoniale per oltre tre milioni di euro. ‘’Con punta di orgoglio – ha aggiunto il questore – mi preme sottolineare che è la prima volta che viene applicato questo tipo di misura preventiva nel nostro territorio: circostanza importante per la questura, la guardia di finanza e per tutta la Tuscia’’.

L’indagine, durata circa un anno e partita dall’intuizione del dirigente della divisione anticrimine della polizia, Paolo Volta, e condotta di concerto con il maggiore Rosario Masdea, che ha coordinato le compagnie di Viterbo e Monterosi sotto la supervisione del colonnello Andrea Pecorari, comandante della guardia di finanza, ha permesso di risalire a Riccardo Radicchi, 41enne originario di Roma ma residente in quel di Monterosi, pregiudicato per reati di droga e collegato al noto clan capitolino Vadalà. Ma non solo. ‘’Aveva stretti legami – ha spiegato Volta – anche con i Fasciani di Ostia, perché lo zio della moglie, Eleonora Rao, è loro amico intimo’’. Stretti, secondo gli investigatori, anche i contatti con i Casamonica.

‘’Attraverso un’analisi attenta e minuziosa - ha detto Volta - ci siamo subito messi al lavoro per verificare gli investimenti derivati dall’attività delittuosa ed accertare dove avesse messo i guardagni’’.

E qui entrano in scena le fiamme gialle. ‘’La sinergia è importante perché consente di raggiungere traguardi ambiosi’’, ha detto il colonnello Pecorari, sottolineando ‘’lo spessore di criminale economico del soggetto, ormai diventato estremamente raffinato ed abile nel nascondere la ricchezza’’. Gli investigatori hanno infatti accertato che l’uomo aveva sempre presentato dichiarazioni dei redditi assolutamente irrisorie rispetto all’elevato stile di vita che, invece, conduceva. Eppure, ad un certo punto, commette un passo falso. Ovvero la costituzione di una società che, nel giro di una manciata di mesi, risulta incassare cifre a sei zeri. ‘’Ovviamente – ha spiegato Masdea – la società non aveva alcun dipendente e non operava, ma era solo una copertura per giustificare l’alto tenore di vita che Radicchi conduceva’’. La società - una srl - era intestata al 50% al 41enne e al restante 50 ad una testa di legno. ‘’Il dominus era lui’’. Sulla carta la società gestiva attività di ristorazione, investimenti immobiliari e compravendita di preziosi. ‘’Peccato che, essendo il Radicchi pregiudicato, non avesse la licenza per attività di somministrazione’’.

‘’Andando avanti con le indagini - ha aggiunto Masdea – siamo risaliti ad un conto corrente bancario intestato alla società in cui in soli sei mesi (febbraio 2018-agosto2018, ndr) erano confluiti oltre 2milioni e 300mila euro a mezzo bonifici bancari emessi da persone fisiche o giuridiche (aziende, ndr) convinti che potevano fare investimenti importanti’’. Ma non solo. E’ sempre il maggiore delle fiamme gialle a spiegare di aver rintracciato anche 50 bonifici bancari in uscita. ‘’Sul conto di Radicchi per 600mila euro, e ulteriori 18 bonifici per 300mila euro sul conto della società per l’acquisto di Rolex’’.

Il decreto di sequestro patrimoniale, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Roma, è stato eseguito questa mattina. Nel provvedimento, in particolare, rientrano diversi beni, tra cui una villa con ampio terreno, autovetture di lusso, motoveicoli, conti correnti, orologi Rolex e gioielli per una valore stimato pari a circa 500 mila euro. Per il 41enne è stata proposta la sorveglianza speciale, ‘’già avuta per 5 anni’’, ha spiegato il dirigente Volta. ‘’Siamo in attesa della decisione del tribunale.

Ma c’è ancora qualcos’altro su cui probabilmente deve pronunciarsi la magistratura prima di mettere la parola fine all’indagine. E riguarda coloro che hanno sborsato bei soldoni per i presunti investimenti immobiliari. (Ulteriori sviluppi sono dietro l’angolo).






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