ANNO 14 n° 105
''Max Stendardi: grande amico, fratello, cristiano''
Il ricordo commosso dei Parsifal. Oggi pomeriggio l'ultimo saluto all'artista
20/08/2017 - 09:25

FARNESE – Si terranno questo pomeriggio alle 17.30 nella chiesa parrocchiale di Farnese i funerali di Massimo Stendardi, il batterista e leader di Fiori neri la coverband dei Nomadi morto ieri dopo una malattia all’età di 60 anni. In queste ore si moltiplicano le attestazioni di cordoglio. A quello dei Nomadi, dei Tullio de Piscopo e dei “Fiori Neri”, si aggiunge il ricordo dei Parsifal di cui Stendardi è stato fondatore e leader per molti anni.

“Cala la notte su questo sabato 19 agosto 2017 che ha visto andarsene un grande musicista ma soprattutto un grande uomo e un esempio cristiano per tutti – scrivono i Parsifal - Massimo Stendardi era tutto questo e anche di più. Ma qualsiasi aggettivo sarebbe riduttivo perché un uomo come Massimo non si poteva descrivere ma solo frequentare e vivere. Massimo era maestro in molte cose: innanzitutto nello stabilire contatti umani, nell’allacciare amicizie e nel farti sentire a tuo agio come un vecchio amico. Era una persona perseverante, di quella stessa perseveranza che lo aveva fatto crescere sia musicalmente che nella stima di tanti altri musicisti. Era un leader e organizzatore nato. Molte cose facevano capo a lui e lui ne era l’anima”.

Oltre alla sua attività con i Fiori Neri, divenuta una delle più accreditate cover band dei Nomadi – ricordano in una nota - cosa per la quale molti oggi lo ricordano, è stato fondatore e leader per molti anni dei Parsifal, la band che ha accompagnato Don Giosy Cento nella sua opera di evangelizzazione musicale in giro per l’Italia e l’Europa. In questo particolare impegno di volontariato Massimo, così come altri musicisti, ha messo a servizio di Don Giosy e del Vangelo il suo talento musicale, umano, cristiano.

“Egli, praticamente a capo dei Parsifal, ha suonato e testimoniato, con impegno e fatica in centinaia di concerti, il suo essere profondamente cristiano – proseguono i Parsifal - È stato un trascinatore, un entusiasta, una spalla sicura per chiunque avesse bisogno di una spinta in più. Molte delle testimonianze che oggi lo ricordano e lo rimpiangono mettono in evidenza appunto il suo enorme spessore umano e la sua disponibilità ad ascoltare e consigliare. Ma è soprattutto nei lunghi ultimi anni della malattia che è emerso il suo carattere guerriero ed il suo spessore di uomo di fede. È stato per molti una testimonianza vivente di come un uomo, invece di lasciarsi schiacciare da una malattia grave, possa invece farne una roccia sulla quale basarsi e sulla quale far rifulgere una fede cristallina, genuina, autentica”.

“Massimo amava la musica, amava la vita, amava la sua famiglia di sangue e le sue famiglie musicali e cristiane, appunto i Fiori Neri e i Parsifal – è scritto ancora nel lungo ricordo di Parsifal - Massimo amava le sue migliaia di amici, alcuni dei quali cari come fratelli, che oggi avvertono la sua perdita come quella di un familiare o appunto di un fratello maggiore. Anche nella sua attività con i Nomadi, Massimo aveva introdotto il germe della solidarietà collaborando con l’associazione “Augusto per la vita”, fondata dopo la morte di Augusto Daolio, leader e fondatore del gruppo emiliano e morto precocemente della stessa malattia che aveva attaccato anche Massimo. Era divenuto il beniamino anche nello stesso ospedale dove si andava a sottoporre a pesanti terapie. In quell’ambiente aveva scelto di spendersi per le associazioni che si occupavano di ricerca oncologica, offrendo se stesso e quello che sapeva fare meglio, ossia suonare, coinvolgendo anche molti dei suoi amici musicisti. Massimo era quello che si dice una bella persona: generoso, brillante, disponibile, capace. In una parola: indimenticabile”. Migliaia di persone oggi ne piangono la scomparsa, sia in Italia che fuori e sui suoi canali social non si arrestano le incredule considerazioni e manifestazioni di lutto e di perdita. “Non ci sono le parole adatte per descrivere quello che abbiamo perso – aggiungono i Parsifal - Rimangono le sue parole, quelle che dispensava a tutti coloro che gli si rivolgevano in cerca di un supporto, di un consiglio, di una mano sulla spalla. Tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di vivere con lui pochi o tanti anni di questa sua avventura musicale, ma anche umana e cristiana, possiamo solo ringraziare il Cielo di averci fatto incontrare nell’arco della nostra vita una persona così speciale come Massimo Stendardi, uomo, figlio, marito, padre, ma forse anche un angelo tornato oggi al suo posto in cielo”.






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