ANNO 14 n° 88
Materiale pedopornografico, fermato religioso che opera a Viterbo
Il sacerdote 68enne indagato anche per sfruttamento della prostituzione minorile
21/05/2015 - 22:05

VITERBO - Detenzione di materiale pedopornografico: sottoposto a fermo di polizia giudiziaria un religioso che svolge il suo apostolato nelle parrocchie di Vallebona e Montecalvello, due piccole frazioni di Viterbo. Il sacerdote, don Dino, al secolo Placido Greco, è indagato anche per sfruttamento della prostituzione minorile nell'ambito dell'operazione ''Meeting Point'', condotta dalla Polfer di Roma e coordinata dalla Procura della Repubblica della Capitale, che ha smantellato una rete che adescava giovanissimi rom.

Il frate è stato bloccato ieri nei pressi di Fiumicino, a poca distanza dalla casa che fu dei genitori e dove da qualche tempo vive. Nel suo computer, secondo quanto si è appreso, gli agenti della Polfer che hanno eseguito un’accurata perquisizione, hanno scovato un'enorme quantità di materiale pedopornografico. Si parla di centinaia e centinaia di fotografie e filmati con minorenni, spesso adolescenti, in atteggiamento hard.

Stando alle voci raccolte negli ambienti investigativi, la procura di Roma avrebbe chiesto l'arresto del frate anche sfruttamento della prostituzione minorile. Durante le indagini, infatti, sarebbero stati raccolti pesanti indizi (si parla di alcuni filmati e dei numeri di un paio dei minori coinvolti nel giro) in grado di dimostrare che il 68enne avrebbe fatto parte dell'organizzazione che sfruttava la prostituzione minorile alla stazione Termini di Roma, adescando giavanissimi rom, sia femmine che maschi. Ma il Gip ha rigettato la richiesta.

Prima di essere trasferito a Fiumicino e di ricevere l'incarico a Viterbo, il religioso ristretto a Regina Coeli era in Calabria. Sarebbe stato allontanato perché avrebbe avuto delle attenzioni eccessive e sospette verso i minorenni. Nei tre anni che ha esercitato il suo apostolato a Vallebona e Montecalvello, dove si recava una volta la settimana, non avrebbe dato adito ad alcun sospetto. I parrocchiani lo ricordano come un uomo un po' irruento ma affabile.

Entro lunedì, il sacerdote sarà sottoposto all'interrogatorio di garanzia da parte del Gip, il quale dovrà decidere se convalidare l'arresto o rimetterlo in libertà.

Le vittime dell'organizzazione erano ragazzini rom tra i tredici e i diciassette anni. I clienti, uomini di mezza età tra i trentacinque e gli ottanta anni. Tra loro tanti viaggiatori di passaggio alla stazione Termini, lo scalo principale di Roma, compresi insospettabili professionisti.

I ragazzini si prostituivano nei pressi dei binari e vicino ai negozi della galleria. Anche di giorno. Per una manciata di euro, tra i dieci e i cinquanta, seguivano i clienti nei bagni della stazione e persino sui treni in sosta. Dietro di loro, è convinta la Procura di Roma e la Polfer, non c'era una vera e propria organizzazione. Ma un disgustoso passaparola tra i clienti, moltissimi habitué, che adescavano i ragazzini.

E' la drammatica storia di prostituzione minorile portata alla luce dall'operazione Meeting Point della polizia che ha fatto scattare le manette nei confronti di otto persone non solo nel Lazio, ma anche a Napoli, Chieti e Vigevano, dove sono state eseguite varie perquisizioni domiciliari.

Il punto d'incontro che ha dato il nome all'inchiesta è la stazione Termini di Roma, crocevia di migliaia di persone ogni giorno. Tra loro si celavano anche insospettabili passeggeri alla ricerca di sesso. Si facevano trovare nell'area delle scale mobili, dove attendevano i minori, poi si appartavano in albergo, nelle loro abitazioni, nei parchi ma anche nei bagni pubblici e a bordo dei treni fermi in stazione.

Per avere i contatti con i ragazzini bastava il passaparola, che in breve tempo aveva però messo in allerta gli uomini della polizia ferroviaria, insospettiti da uno strano viavai e da quegli incontri immortalati nelle telecamere di sorveglianza. Proprio dall'analisi dei telefonini dei minori gli agenti hanno avuto la certezza dei rapporti che ogni giorno si consumavano alla stazione, anche in pieno giorno.

I minorenni, in tutto una quindicina tra ragazzi e ragazze, venivano contattati dai ''clienti'' attraverso telefonate o sms. Ma quelli di ieri sono solo gli ultimi arresti effettuati ultimamente e non è escluso che attraverso le indagini si possa risalire anche ad altri ''clienti''. Nel corso dell'inchiesta, nei mesi scorsi, erano già finiti in manette un 59enne e un 79enne, colti in flagranza di reato mentre consumavano rapporti sessuali con i minori.

Nei prossimi giorni, intanto, la commissione parlamentare per l'Infanzia e l'adolescenza chiederà un'audizione con i funzionari della Polizia ferroviaria. ''Il reato di prostituzione minorile conferma che il fenomeno, anche per la sua particolare gravità e ripugnanza - ha commentato il vicepresidente, Sandra Zampa - va seguito con attenzione da parte delle istituzioni e, in particolare, da quanti hanno a cuore il futuro dei minori''.





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