ANNO 14 n° 114
Masse di San Sisto: la parola alla societā Antiche Terme Romane
''La causa civile č solo all'inizio, quello del giudice č un provvedimento temporaneo''
17/05/2019 - 14:57

VITERBO - La società Antiche Terme Romane interviene in merito alla vicenda delle Masse di San Sisto. Di seguito la lunga nota in cui la società chiarisce alcuni eventi della vicenda giudiziaria:

''Riteniamo che si stia continuando a fare confusione nell’interpretazione dei procedimenti giudiziari in corso. Quanto accaduto ieri nell’udienza di fronte al giudice Bonato in concreto non aggiunge molto alle vicende in corso, in quanto le eccezioni da noi sollevate riguardavano esclusivamente alcune questioni tecniche relative alle modalità di esecuzione del provvedimento cautelare, già emesso dal giudice, del quale abbiamo già avuto modo di criticare il contenuto, in quanto, secondo noi, non è supportato da ragioni di urgenza per un pericolo imminente ed irreparabile, come prevedrebbe la legge.

Riguardo a tali modalità tecniche, abbiamo ricevuto rassicurazioni dal giudice e dal custode dott. Bruti che la esecuzione dei lavori previsti avverrà nel rispetto delle norme vigenti e senza prevaricazioni di alcun genere. Pertanto dovranno essere richieste preventivamente tutte le autorizzazioni agli enti competenti (Regione, Comune e Soprintendenza) e, solo dopo una verifica approfondita della compatibilità delle opere, si potrà procedere con il ricondizionamento del pozzo.

Non ci si aspettava, né avevamo richiesto, alcun ripensamento sulla decisione del giudice, la quale, come più volte detto, consiste in un provvedimento temporaneo, in attesa del pronunciamento di una sentenza di merito, che si avrà solo alla conclusione di una causa civile di primo grado che è appena agli inizi.

La questione, come ribadito in altre occasioni, nulla ha a che vedere con tutti gli altri procedimenti amministrativi in corso, sui quali, a nostro avviso, si giocherà la vera partita per arrivare finalmente a capire chi è in regola con la legge e chi invece ha commesso abusi.

Arriveremo, ci auguriamo, a capire se la concessione mineraria è legittima, se è vero che sono stati pompati molto più dei 15 lt/sec consentiti, se le piscine realizzate dalla Free Time continueranno ad essere abusive (come sono tuttora), se la strada di lottizzazione in corso di costruzione è regolare ed, infine, se la popolazione ha diritto o meno di continuare ad usufruire dell’acqua termale di Viterbo, come sta facendo da secoli e come risulta comprovato da atti risalenti al medioevo.

Anche riguardo ai motivi che hanno condotto al corposo contenzioso in essere con la soc. Free Time occorre fare chiarezza. La nostra società sin dall’origine ha dovuto subire dalla confinante reiterati comportamenti orientati allo sfruttamento dell’acqua presente sul nostro terreno e, almeno in un primo momento, è stato solo grazie ad un’ordinanza del TAR e del Consiglio di Stato che siamo riusciti ad escludere che la nostra proprietà venisse inclusa nel permesso di ricerca e nella successiva concessione della Free Time. Pertanto, andati falliti tutti i tentativi di mediazione da noi proposti, ci siamo ritrovati costretti a difenderci nelle sedi legali per cercare di tutelare i nostri interessi e la legittima aspettativa di poter utilizzare l’acqua presente sul nostro terreno. Tutte le cause affrontate, pertanto, sono solo la conseguenza dell’atteggiamento intransigente dimostrato in tutti questi anni dalla Free Time.

Da parte nostra non possiamo che ribadire, come d’altronde abbiamo sempre sostenuto, la nostra disponibilità a cercare una soluzione condivisa, che contempli la sopravvivenza di un sito che è diventato, grazie alla dedizione e all’impegno di molti cittadini, qualcosa di stupendo e di irripetibile per il nostro territorio, oltre che un attrattore turistico di primaria importanza''.






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