ANNO 14 n° 84
Manufatti abusivi
al Bagnaccio, il comune
ordina la rimozione
23/05/2014 - 02:00

VITERBO – Cinque pedane in legno, adibite a spogliatoi, ripostigli, ricoveri per distributori automatici e ad altre funzioni, sono state costruite abusivamente in località Bagnaccio, dall'associzione di promozione sociale ''Il Bagnaccio'', con sede in Viterbo, presieduta da un romano. E' quanto si legge nell'ordinanza di rimozione dei manufatti emessa dal dirigente del settore Urbanistica di Palazzo dei Priori. Ordinanza che, come da prassi, è stata inviata, tra gli altri, anche alla procura della Repubblica di Viterbo. Le pedane dovranno essere rimosse entro 90 giorni. 

L'Associazione ''Il Bagnaccio'' ha ottenuto in comodato dal Comune alcune vasche di raccolta di ancque termale che, di fatto, possono essere usate solo da coloro che s'iscrivono al sodalizio, pagando la relativa quota. Vasche che sono state di fatto trasformate in un piccolo centro termale. 

Le strutture definite abusive dopo il sopralluogo sono: una pedana in legno di 6 metri per 2, sulla quale sono stati ancorati pilastri in legno e tavole allo scopo di realizzare degli spogliatori; una pedana in legno di 7,30 metri per 3,90, sulla quale è stata ancorata una pergola costituita da pilastri in legno (del diametro di circa 12 centimetri), alta 3 metri e coperta da travi in legno e teli. E ancora altre tre pedane: la prima di 2 metri per 1,45 sulla quale è stata fissata una struttura in legno alta oltre due metri, parzialmente tamponata con cannucce e utilizzata per riparare i distributori automatici; la seconda di 2,15 metri per 3, sulla quale è stata fissata una struttura di legno coperta e chiusa su tre lati con travi e tavole, mentre all’ultima, larga 2,10 metri per 3,80, è stata fissata una trave e tre pilastri.

‘’I manufatti – si legge nell’ordinanza comunale – sono stati installati in assenza di titolo abilitativo e di autorizzazione paesaggistica’’.

‘’Considerato che l’area su cui insistono le opere ricade in zona agricola E e nel perimetro 'zona archeologica' e parte in zona F4 di Prg (servizi privati) – si legge ancora nel documento – il Comune ordina all’associazione di promozione sociale denominata ‘Il Bagnaccio’ di provvedere entro e non oltre novanta giorni dalla notifica alla rimozione delle opere in quanto realizzate in assenza di titoli abilitativi e al ripristino dello stato dei luoghi’’.

In caso di inottemperanza, la sanzione può variare da un minimo di 2 mila a un massimo di 20 mila euro, in relazione all’entità dell’opera.

 

 

 

 






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