VITERBO - (b.b.) Mafia viterbese, è il giorno dell'accusa.
Per i dieci arrestati dell'operazione Erostrato che hanno scelto il rito abbreviato oggi i pm della Direzione Distrettuale Antimafia romana sono pronti a chiedere le condanne.
In videoconferenza con i carceri in cui sono reclusi dallo scorso 25 gennaio ci saranno i due presunti vertici dell'organizzazione criminale a stampo mafioso Giusepe Trovato e Ismail Rebeshi e i loro sodali. Persone ''fidate, legate le une alle altre da un reciprovo vincolo di aiuto e lealtà''. Sokol Dervishi, i fratelli Patozi, Gazmir Gurguri, Gabriele Laezza, Fouzia Oufir, Martina Guadagno e Luigi Forieri.
Secondo la dda, per mesi prima del blitz dei carabinieri dell'anno scorso, avrebbero messo a segno una lunga serie di minacce, atti intimidatori, violenze, pestaggi e incendi studiati ad hoc per raggiungere il controllo del territorio. Da una parte la volontà di azzerare la concorrenza di attività commerciali come Compro Oro e dite di traslochi, dall'altra quella di gestire da soli lo spaccio dell'intera provincia.
Da una parte i progetti criminali del 45enne calabrese Trovati, dall'altra quelli del 33enne albanese Rebeshi.
''Tra di loro c'era un accordo - aveva spiegato il ''Codino'' Dervishi durante un colloquio con il pm Fabrizio Tucci - Trovato aiutava Rebeshi a controllare il mercato della droga a Viterbo e Rebeshi aiutava Trovato a incendiare i negozi e le auto dei concorrenti dei compro oro e controllare il mercato''.
Oggi parola all'accusa per le richieste di condanna: i dieci arrestati, avendo scelto un rito alternativo, potranno beneficiare dello sconto fino ad un terzo della pena finale.