ANNO 14 n° 88
Mafia viterbese, un'estorsione per pagare le spese legali del clan
In manette il fratello di Ismail Rebeshi assieme ad altri tre connazionali albanesi
07/12/2019 - 13:26

VITERBO – (b.b.) Avrebbero messo a segno un’estorsione per pagare le spese legali ad alcuni degli arrestati del presunto clan mafioso stroncato lo scorso 25 gennaio con l’Operazione Erostrato.

A finire in manette David Rebeshi, fratello maggiore di Ismail, considerato assieme a Giuseppe Trovato a capo del sodalizio criminale di stampo mafioso che per mesi tentò di tenere sotto scacco la Tuscia. Intimidazioni, pestaggi, auto bruciate e minacce per raggiungere il controllo delle principali attività commerciali della Tuscia.

Giovedì scorso, ad una manciata di giorni di distanza dall’udienza preliminare per i tredici arrestati del clan, i carabinieri del Nucleo Investigativo e delle compagnie di Viterbo e Tuscania hanno tratto in arresto quattro cittadini albanesi, tutti giovanissimi, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso: oltre al 30enne David Rebeshi, sono finiti in carcere L.V., di 23 anni, K.A. di 22 e I.F. di 21.

Secondo quanto ricostruito dai militari, Rebeshi, spalleggiato dai tre connazionali e sotto precise indicazioni del fratello detenuto al 41bis da gennaio, avrebbe avvicinato un ristoratore viterbese, pretendendo 4mila euro come risarcimento per l’acquisto di un’auto, rivelatasi non funzionante, da parte di un suo parente.

Al rifiuto e alle difficoltà del commerciante, non solo le richieste di denaro si sarebbero gonfiate, ma i quattro malviventi avrebbero anche prospettato alla vittima ritorsioni contro il locale e avrebbero minacciato di morte lui e i suoi famigliari.

Così l’uomo, già caduto nella rete del clan che nel 2018 gli incendiò l’auto, si è rivolto ai carabinieri: dopo un lungo servizio di appostamento e osservazione, i militari sono riusciti ad arrestare i quattro giovani, bloccandoli subito dopo lo scambio del denaro. 





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