ANNO 14 n° 110
Mafia viterbese, tre rinvii a giudizio nella pioggia di riti abbreviati
Nessun maxi processo: solo Erasmi, Pecci e Pavel davanti al tribunale viterbese a marzo
15/01/2020 - 06:49

ROMA – (b.b.) Non ci sarà alcun maxi processo per mafia per la banda di Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi.

Ieri mattina nell’aula 14 del Tribunale Ordinario di Roma, altri cinque degli arrestati hanno scelto il rito abbreviato. Compreso Ismail Rebeshi, uno dei due presunti vertici del sodalizio criminale smantellato lo scorso 25 gennaio. Per il 37enne albanese, assieme a Luigi Forieri, Martina Guadagno, i fratelli Spartak e Shkelzen Patozi, Gabriele Laezza, Fouzia Oufir e Sokol Dervishi, l’udienza è fissata per il prossimo 10 febbraio: in caso di condanna, grazie alla scelta del giudizio alternativo, potranno beneficiare dello sconto di un terzo della pena.

Ad optare per il processo ordinario gli unici tre arrestati che non rispondono di associazione mafiosa: Emanuele Erasmi, Manuel Pecci e Pavel Ionel. Il gup Emanuela Attura li ha rinviati a giudizio dopo poco meno di un’ora di camera di consiglio: la prima udienza a loro carico si terrà il prossimo 9 marzo alle ore 9 al Tribunale di Viterbo di fronte al collegio presieduto dal giudice Gaetano Mautone. 

Secondo i procuratori Giovanni Musarò e Fabrizio Tucci, i due viterbesi di 51 e 30 anni, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, avrebbero sfruttato la forza della banda di Trovato per recuperare crediti e risolvere diatribe personali, mentre il 36enne di origine rumena sarebbe stato assoldato per realizzare un attentato ai danni di un carabiniere. Per questo deve rispondere di danneggiamento aggravato.

Ad alleggerire la sua posizione, le dichiarazioni del pentito Sokol Dervishi che dallo scorso 7 ottobre è divenuto collaboratore di giustizia. Secondo quanto raccontato al pm, il 36enne avrebbe in realtà solamente rubato una macchina che poi sarebbe servita a Trovato e ai suoi uomini per compiere un attentato. Ma senza sapere la reale finalità di quel furto.

I loro difensori, gli avvocati Giuliani Migliorati, Carlo Taormina, Fausto Barili e Michele Ranucci hanno chiesto la revoca degli arresti o la sostituzione della misura con una meno restrittiva. 

''Nel dibattimento che ci aspetta, faremo chiarezza sulle posizioni dei nostri assistiti e dimostreremo la loro totale estraneità a qualsiasi contesto di stampo mafioso che agli altri viene al momento contestato'' il coro unanime delle difese. 

Nella pioggia di riti abbreviati e dei tre rinvii a giudizio, le uniche incognite restano al momento le posizioni del boss 44enne Giuseppe Trovato e Gazmir Gurguri, le cui posizioni sono state stralciate. Anche se sembra scontata la scelta del giudizio alternativo, le loro richieste verranno formalizzate il prossimo 24 gennaio.





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