ANNO 14 n° 111
Mafia viterbese, Ionel Pavel resta nel carcere torinese di alta sorveglianza
Nessuna modifica o alleggerimento della misura, il gup: ''Le esigenze cautelari non si sono affievolite''
21/01/2020 - 06:33

VITERBO – (b.b.) Mafia viterbese, nessun alleggerimento del regime carcerario per Ionel Pavel. A deciderlo, il giudice romano Emanuela Attura a distanza di una settimana dalla richiesta del suo difensore, l’avvocato Michele Ranucci.

Il 36enne, unico arrestato di origine rumena nell’ambito della maxi operazione che il 25 gennaio scorso sradicò un presunto sodalizio criminale di stampo mafioso nato e cresciuto nel viterbese, è recluso da un anno nel carcere di alta sorveglianza di Torino. E per ora dovrà restarci.

Per Pavel, accusato di aver messo a segno alcuni reati per agevolare l’operato della banda, il processo con rito ordinario inizierà il prossimo 9 marzo di fronte al collegio viterbese. Assieme a lui alla sbarra ci saranno il 30enne Manuel Pecci ed Emanuele Erasmi, per i quali il gup ha revocato i domiciliari, sostituendoli con l’obbligo di dimora: sono gli unici tre ad aver scelto la strada del dibattimento, non dovendo rispondere del reato di associazione mafiosa, contrariamente agli altri dieci arrestati, tra cui i due presunti vertici dell’organizzazione, il calabrese Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi, di origine albanese.

Dietro il rigetto dell’istanza di modifica o alleggerimento del regime carcerario firmato dal giudice Attura, anche il parere contrario dei pubblici ministeri Giovani Musarò e Fabrizio Tucci. ''Fermi restando i gravi indizi di colpevolezza – si legge – si deve osservare come non siano emersi né tantomeno sono stati addotti elementi nuovi e diversi rispetto a quelli già valutati in sede di applicazione della misura’’, per cui ‘’le esigenze cautelari'' a carico di Ionel Pavel ''non possono ritenersi affievolite''.





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