ANNO 14 n° 111
Mafia viterbese, il pm: 'Sistema ben oliato''
Al via la requisitoria del pubblico ministero, si torna in aula il 4 febbraio
22/01/2022 - 10:10

VITERBO - Processo alla cosiddetta mafia viterbese, per quattro ore parla il pm ma non basta.

Alle 17 di pomeriggio di ieri il collegio del Tribunale di Viterbo presieduto dalla dr.ssa Elisabetta Massini, per l’ora tarda, ha chiesto al pm Tucci di interrompere la sua requisitoria che già durava da quattro ore, quindi rinviarne il proseguo ad una successiva udienza.

Ricordiamo che il processo è a carico di Emanuele Erasmi, Manuel Pecci e Ionel Pavel, gli altri accusati di associazione di stampo mafioso, la cosiddetta ”Mafia Viterbese”, Giuseppe Trovato ed Ismail Rebeshi, già condannati in altro processo.

Il dibattimento era iniziato al mattino, ma subito interrotto per la necessità di una Camera di Consiglio sulla richiesta ammettere o no una prova recata dal pm prima dell’inizio del suo intervento. Il  pm Tucci, infatti, prima della chiusura del dibattimento, quindi in extremis, ha chiesto assumere agli atti del processo un’intercettazione, mai prima venuta fuori, precisamente la telefonata di un avvocato del ristoratore vittima del trattamento eseguito presso il centro estetico del Pecci ed il boss Trovato.

Il Collegio ha respinto la richiesta. Il pm ha quindi iniziato la sua requisitoria tutta fondata sulle provate intimidazioni praticate dalla banda nei confronti di vari soggetti recalcitranti alle pretese economiche di alcuni, vedasi il “recupero credito” vantato dall’Erasmi ed il rabbonimento nelle pretese del danneggiato dal Pecci, che appunto, secondo l’accusa avevano utilizzato la banda Trovato/ Rebeshi per ottenere un risultato.

Secondo il pm il sistema oliato della banda era quello dapprima di far ragionare qualcuno vantandosi di qualità quali il dovuto rispetto, poi, in difetto di positivo riscontro una serie di attentati intimidatori sino al finale: “si rompe il culo”.

Del resto, era noto alle cronache che nella città di Viterbo erano accaduti fatti strani quali misteriosi incendi di locali, auto e ritrovamento di teste mozzate di animali, invio proiettili e quanto di altro “necessario” per intimidire persone e dimostrare la potenza del messaggio.

In particolare Tucci ha illustrato la posizione del Pecci, per lui certamente colpevole per essersi rivolto al Trovato per risolvere un problema di risarcimento danni.

Ripercorso dal pm anni scorsi di “storia” viterbese che soltanto un tempestivo intervento delle forze dell’ordine pose fine nel 2019 dove la banda fu scoperta, poi sgominata con ben 13 arresti.

Per il proseguo della requisitoria del pm e delle sue conclusioni nelle quali chiederà la condanna degli imputati, l’udienza è fissata al 4 febbraio.

 





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