ANNO 14 n° 110
L’Intelligenza Artificiale: le macchine ci supereranno?
27/09/2018 - 11:37

Avete un iPhone e parlate con Siri? Ecco, questo è un esempio di intelligenza artificiale (IA), cioè la capacitàdellatecnologia di risolvere problemi autonomamente come un cervello umano. Per quanto possa sembrare fantascientifico, l’IA è già parte della nostra vita. Risale al 1943 la creazione del primo neurone artificiale, per passare poi alle prime reti neurali alla fine degli anni ‘50, e arrivare ai sofisticati sistemi di deeplearning e machine learning di oggi. L’IA cresce con noi e può portarci benefici.

L’Intelligenza Artificiale nel quotidiano

Sono diversi i campi di applicazione. Pensiamo agli assistenti vocali virtuali come Siri sull’iPhone, Cortana su Windows 10 o Alexa su Amazon; oppure i chatbot, le chat di supporto clienti dove a rispondere è un computer; o ancora l’automazione domestica, in cui chiudiamo le finestre o accendiamo il forno con un clic sullo smartphone. Come riporta anche Focus, gli ambiti di applicazione dell’IA spaziano dalla medicina alla domotica, dall’ingegneria all’intrattenimento, dall’e-commerce ai sistemi anticrimine, dalle automobili ai sistemi anti frode bancaria. Le macchine apprendono a funzionare come le reti neurali del cervello umano e ci assistono in una varietà di compiti diversi.

Alcuni numeri sull’IA

Crescono le start-up che puntano sull’IA, un settore fertile per la ricerca. Negli ultimi due anni, secondo dati di Statista, il valore del mercato è raddoppiato dai 2,4 miliardi di dollari di ricavi del 2017 ai 4,1 del 2018. Se già questo salto sembra esorbitante, lo è ancor più la stima per il 2025: 60 miliardi, con un tasso di crescita annuo del 35% secondo Orbis Research. Un settore in espansione che sembra incoraggiare investimenti. Tuttavia, l’Europa – e l’Italia in particolare – investe meno di altri paesi, sebbene la Commissione Europea, come ha reso noto, punti ad un aumento degli investimenti a €1,5 miliardi sull’IA entro il 2020.

Il divario tutto italiano

L’Italia, però, sembra star cogliendo al balzo la palla dell’IA. L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha istituito una task force di 500 esperti per analizzare l’impiego dell’IA nel Paese e le sue implicazioni nel rapporto Stato-cittadini. Nell’ultimo anno, è stato creato anche il Laboratorio Nazionale di Intelligenza Artificiale, composto da 43 università e oltre 600 ricercatori di fama internazionale. Ciò nonostante, l’Osservatorio Italiano sull’Artificial Intelligence Marketing, promosso dall’Università IULM, ha rilevato che solo il 20% delle aziende italiane ha adottato soluzione di IA e solo il 5% di queste a livello maturo. Il principale ostacolo è la carenza di risorse economiche e di personale da investire, per quanto l’IA venga riconosciuta come un’importante sfida da cogliere.

IA e giochi da tavolo: macchina vs uomo

Anche i giochi da tavolo, online o meno, sono ambito d’applicazione dell’IA, nella sua declinazione chiamata planning, in cui gli sviluppatori insegnano al PC a stilare una lista di strategia in sequenza per compiere azioni. Un esempio strepitoso è il computer Deep Blue dell’IBM, creato negli anni ‘90 per giocare a scacchi contro gli umani, e che nel 1996 batté il campione del mondo Garry Kasparov; o anche Libratus e Deepstack, software in grado di sconfiggere giocatori di poker professionisti. Questi software, pur basandosi su informazioni parziali ed imperfette, riescono ad analizzare ogni scenario di partita e ad attuare strategie elaborate anche dalla mente umana.

Fonte: Pixaby

IA e il Blackjack

Il planning trova applicazione anche nel gioco del blackjack, poiché quest’ultimo si basa su una serie di strategie che può attuare il giocatore. Secondo quanto riporta Betway, le strategie principali sono quattro: abbandono, divisione di coppia, hit and stand, raddoppiamento. La strategia più calzante dovrà essere adottata in base ai parametri del gioco, come le mani che sono state già giocate. Come noi umani ci troviamo ad analizzare la situazione e prendere la migliore decisione d’azione, così anche l’Intelligenza Artificiale nella forma di software o hardware che sia. Ed è questo che deve imparare a fare: sviluppare strategia e sequenze d’azione in base alle circostanze, presenti e appena passate. In altre parole, deve averne memoria.

Fonte: Pixaby

Come abbiamo menzionato, l’IA punta a ricreare le stesse connessioni esistenti tra i neuroni del cervello umano ricrearne il funzionamento, in modo che la macchina possa pensare, ragionare, agire esattamente come farebbe una persona in un dato contesto. L’applicazione al gioco è solo una delle tantissime possibili, ma dimostra quanto avanzata possa essere l’IA. Non è quindi ancora chiaro se riusciremo davvero noi umani a sviluppare macchine che siano tanto intelligenti e sofisticate come lo siamo noi, ma dovremo solo aspettare per scoprire dove arriverà l'innovazione tecnologica.






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