ANNO 14 n° 116
L'Ordine di Malta verso lo ''sfratto''
I locali sono indispensabili
per una sede per le biblioteche
23/03/2015 - 00:19

VITERBO - Il 2015, più ragionevolmente il 2016, potrebbe essere l'ultimo anno dall’indecente spreco di denaro pubblico, oltre 200mila euro l’anno, rappresentato dall'affitto dei locali che ospitano la biblioteca ''Anselmo Anselmi'' in viale Trento. Palazzo dei Priori, che tra qualche mese, con la trasformazione della Provincia, l'altro partner del Consorzio Biblioteche, in un ente di secondo grado, diventerà l'unico gestore del servizio ha iniziato a lavorare a un’idea che circola da qualche tempo: accorpare le biblioteche comunale degli Ardenti e quella provinciale ''Anselmo Anselmi'' a Palazzo Santoro, in piazza Verdi che, oltre ad essere di proprietà comunale, adeguatamente ristrutturato, avrebbe gli spazi necessari per entrambe.

''L'amministrazione - sottolinea il vicesindaco - non ha nulla contro i Cavalieri di Malta, ma prima di tutto dobbiamo pensare a garantire un servizio essenziale quel è il sistema bibliotecario. Troveremo un accordo con loro, magari mettendo a disposizione altri locali di proprietà comunale. Ma Palazzo Santoro dovrà essere liberato al più presto''.

Alla realizzazione dell'operazione, che ad avviso del vicesindaco nonché assessore al Patrimonio Luisa Ciambella ''è l'unica praticabile sia per i tempi relativamente brevi che richiederebbe sia per la gestione in economia del servizio che Palazzo dei Priori dovrà necessariamente attuare'', è indispensabile avere a disposizione i locali ora occupati, a titolo gratuito, dai Cavalieri dell'Ordine di Malta. Un privilegio, il titolo gratuito per di più esteso trenta anni, concesso dal Comune a un'organizzazione che non ha certo bisogno della pubblica beneficienza. Ma tant'è che da almeno da oltre due lustri i Cavalieri di Malta all'etrusca sono lì. Anzi, dovrebbero essere lì, poiché l’importante sede, una volta destinata all'Azienda di Promozione Turistica della Tuscia, è quasi sempre chiusa.

''Quei locali - dice il vicesindaco Ciambella - devono tornare a disposizione del Comune che, oltretutto, ha l'obbligo di metterli a reddito, e quindi essere assegnati alla biblioteca degli Ardenti. Solo così - precisa - Palazzo Santoro avrà gli spazi sufficienti ad accogliere l'intero servizio biblioteche e lasciare la sede di viale Trento, che costa oltre 200mila euro l'anno d'affitto''.

Ma non basta: per ospitare le due biblioteche, l'immobile di piazza Verdi ha bisogno di una profonda ristrutturazione e del recupero dei locali al pianoterra e seminterrati. E ritorna il problema dei fondi. Anche sotto questo punto di vista il vicesindaco Ciambella ha un'ipotesi: ''Potremmo utilizzare - dice - i 250mila euro che la Regione Lazio si è impegnata a mettere a disposizione per il progetto di trasformazione dell'attuale caserma dei vigili del fuoco (che in estate dovrebbe essere trasferita sulla Cassia Nord, nei pressi della Motorizzazione Civile) in sede unica del Consorzio Biblioteche. Anche perché - rileva - per la realizzazione del medesimo progetto non è stato stanziato un centesimo e, con i tempi che corrono, sarebbe destinato a rimanere sulla carta''. La Ciambella non lo dice, ma lascia chiaramente intendere che si tratterebbe dell'ennesimo sperpero di denaro pubblico collegato al Consorzio Biblioteche.

Alla domanda su cosa ne sarà del Consorzio Biblioteche dal maggio prossimo, quando la Provincia perderà ogni funzione in materia di cultura e non stanzierà più i circa 600mila euro l'anno che ha garantito finora, Ciambella risponde: ''Credo che il Comune capoluogo non potrà che farsi carico della gestione. Sicuramente non ci saranno più a disposizione il milione e 200mila euro l'anno, com’è avvenuto finora. Dovremo mettere a punto una governance in economia, snella ma tuttavia efficace. La biblioteca degli Ardenti, con il suo immenso patrimonio di pergamene medievali e documenti è meta di studiosi di tutta Italia. Non solo dobbiamo mantenerla ma anche promuoverla e valorizzarla. Attendiamo - conclude - la nomina del prossimo presidente della Provincia per capire cosa intende fare del 50% del patrimonio di sua competenza. Poi si vedrà...''.

Qualunque sorte il futuro riserverà al sistema bibliotecario cittadino, resta un grande rammarico: nessuno sarà mai chiamato a rispondere della dilapidazione di milioni di euro in inutili affitti che si è protratta per anni e anni.





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