ANNO 14 n° 88
Lo sfogo di Stefano Tombesi, del Tetris Bar di Fabrica di Roma, che chiede di tornare a lavorare
Giovani baristi oltre la crisi: non perdere il contatto con i clienti

 

FABRICA DI ROMA - 'Con il cliente abituale si crea un rapporto di amicizia e tutti in questo momento mi scrivono quanto manchi loro incontrarci al bar ’’. È la voce di Stefano Tombesi, giovane barista titolare di un bar a Fabrica di Roma. Come lui sono tanti in Italia i giovani baristi e imprenditori del settore che in questo periodo stanno rimettendosi in gioco, da un lato per superare il forte danno economico, dall’altro per non disperdere la formazione messa in atto per arrivare a realizzare il loro sogno.

Il bar ha bisogno di gente per vivere, la sua chiusura è non solo una perdita economica per migliaia di imprenditori ma per un settore che traina l’economia italiana.

“ A causa delle restrizioni , ci sono state variazioni a livello di qualità del lavoro. Non c è più la stessa libertà di prima. Ciò che manca è il contatto con il cliente, la chiacchierata, la confidenza. Ora sembra una specie di fast food. Prendi e porti via, punto. Il nostro lavoro non è tanto servire una birra, ma stare dietro al cliente, capirlo, parlarci. Il lavoro non è più lo stesso.

Purtroppo manca la convivialità, sorridere dietro ad una mascherina non è la stessa cosa. Per non parlare delle misure di sicurezza, la distanza tra i tavoli e tra noi e i clienti. Abbiamo sempre rispettato tutto, è l’unico modo per uscirne, ma la nostra situazione è allo stremo.

Ho partecipato a manifestazioni, perchè non voglio arrendermi e perchè amo il mio lavoro, ma credo che la situazione potrebbe essere gestita meglio, magari anche con più controlli da parte delle Forze dell’Ordine, ma fateci aprire.

Abbiamo bisogno di tornare a lavorare, tutti.“






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