ANNO 14 n° 116
Li accusa di aver rubato in un bar, si difendono: ''Di notte dormiamo''
Per i due macedoni arriva l'assoluzione
23/06/2017 - 07:27

VITERBO - Li avrebbe visti mentre in piena notte e nel buio più totale avrebbero tranciato la serranda di un bar per entrare e rubare merce e denaro. Peccato che i due fratelli macedoni finiti alla sbarra per tentato furto, quella notte dell'aprile 2009 stessero dormendo a casa.

''Sono venuti i carabinieri intorno alle 3 di notte, hanno suonato il campanello e nostra madre è andata ad aprire. Come delle furie sono entrati in camera e ci hanno puntato in faccia le lampadine. Dicevano che avremmo dovuto seguirli in caserma. Così abbiamo fatto - spiega in aula uno dei due imputati, residenti a Tuscania - Una volta arrivati ci hanno detto che eravamo stati accusati di un furto compiuto pochi minuti prima in un bar nelle vicinanze''.

Il bar in cui ogni giorno, dopo il lavoro, i due si recavano per bere una birra e di cui, ancora oggi, conoscono molto bene l'ex proprietario.

Ad accusare i due fratelli, l'inquilino del piano di sopra, con cui giurano di non avere avuto mai problemi: ''Non abbiamo litigato o avuto problemi con il signor Benedetto, ecco perché le sue accuse ci sono piombate addosso come un fulmine a ciel sereno. In più nostro padre lo aiutava sempre come poteva, ecco perché non ci spieghiamo questo astio nei nostri confronti''.

Un astio che comporta loro un'accusa di tentato furto e un processo davanti al tribunale monocratico di Viterbo, ma di cui non ci sono prove certe. Ecco perché arriva per entrambi l'assoluzione.

''Che li abbia visti mentre tranciavano la serranda del bar è improbabile - commenta il difensore dei due, l'avvocato Fausto Barili - così come è altrettanto difficile che alle 2 di notte il signor Benedetto fosse affacciato alla finestra e nel buio totale del piazzale avesse visto in faccia i due fratelli''.






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