ANNO 14 n° 116
L'emozione di vedere
la Juve allo ''Stadium''
Il racconto della scrittrice Deborah D’Agostino dopo aver partecipato
al ''Magic tour'' bianconero
15/04/2014 - 16:10

Riceviamo e pubblichiamo

Egregio direttore, dopo il successo dell’evento “Juventus Magic Tour – Due giorni in Bianconero” del 6 e 7 aprile, organizzato dallo Juventus Club Viterbo 2012 – Leonardo Bonucci, l’unico Juve Club di Viterbo con il riconoscimento di club ufficiale della Juventus, ecco un racconto della poetessa e scrittrice Deborah D’Agostino, presente all’evento, che narra, di suo pugno, il secondo giorno a Torino, l’avvicinamento allo stadio, il coinvolgimento dei tifosi, la gioia e l’emozione della partita. Hanno partecipato 85 soci e sostenitori, due pullman, due giorni di divertimento, celebrazioni, di conferimento di socio onorario a Beppe Furino, Tino Castano, Jose’ Altafini (ex campioni della Juventus), Marco Albano (dirigente Juventus e resp. Juventus Museum) e di conferimento di Presidente Onorario a Darwin Pastorin (scrittore e giornalista) e Giampiero Boniperti (ex campione, già presidente e simbolo vivente della Juventus), incontrare Leonardo Bonucci allo Juventus Stadium e riceverne la sua maglia ufficiale al termine della partita Juventus – Livorno.

Lo Juventus Club Viterbo 2012 dedicato a Leonardo Bonucci è ora impegnato nella nuova fase di tesseramento, intraprendere altre iniziative di supporto ai tifosi che intendono partecipare agli eventi della JUVENTUS, sia allo Juventus Stadium che per le partite in trasferta (campionato ed Europa League), avvicinando tifosi e sportivi al mondo del calcio e alla migliore cultura del fare sport. A tal proposito è in fase di realizzazione un premio letterario e di giornalismo sportivo che avrà come contenitore la città di Viterbo.

ALLO STADIO, E’ UN’ALTRA COSA! di Deborah D’Agostino

Chi non ha mai preso parte ad una partita della Juventus nel suo “Stadium”, seguito la tifoseria bianconera, non può nemmeno immaginare di cosa si tratta. All’arrivo al piazzale, l’entusiasmo è palpabile: con un certo orgoglio, i simboli della squadra campeggiavano su abiti e cappellini. Ci sono tanti bambini. Durante il viaggio abbiamo avuto modo di fare conoscenza con questi tifosi, i giovanissimi così sorprendentemente composti, adorabili, e abbiamo scoperto di avere tante cose in comune. In una splendida giornata di sole, è apparso, nella cornice delle montagne ancora innevate che confinano con la Valle d’Aosta, lo Juventus Stadium, con i suoi due tiranti alti più di ottanta metri, e, proprio come nell’intenzione del designer Giugiaro, i pannelli oscillanti e riflettenti verdi rossi e bianchi richiamano alla mente l’idea della bandiera in movimento, su cui troneggiano le tre stelle gialle… La forma bassa, caratterizzata dall’accesso privo di barriere architettoniche sui quattro angoli, a costituire un anello che circonda l’intero impianto, integrata nel verde, può ospitare più di 40.000 persone ed è decisamente accattivante. L’emozione aumenta mentre oltrepassiamo l’ingresso, poi una splendida sala con colonne nero lucide e una sala conferenze: il campo appare molto vicino in questo stadio all’inglese su cui troneggia il fregio bianconero. Visitare il Museum, però, è stata la vera scoperta di questo viaggio, in grado di cambiare l’idea che si può avere di questa squadra e di questa tifoseria: realizzato in bianco e nero dall’architetto Camerana, racconta una lunga storia, partita da Torino, attraverso immagini storiche e strumenti interattivi, citazioni, testi e musiche, mostra tutti i trofei vinti e le maglie dei giocatori più importanti: così, anche partendo da semplice curiosità, non si può non restare impressionati da questa lunga storia di trionfi e di motti ( “fino alla fine”, “ non importa partecipare, ma vincere, o almeno lottare fino all’ultimo per questo” ) che hanno superato i confini italiani portando in tutto il mondo “il modo di essere bianconero”, ed è impossibile non venire contagiati dalle forti emozioni dei sostenitori; così, quando prendiamo posto in curva, è naturale gridare i cognomi dei calciatori juventini che entrano in campo, partecipare alle coreografie ed ai cori, cantare l’inno di chi ha “il cuore a strisce”. Il campo è davvero vicino e in un istante svanisce ogni ricordo delle partite viste a casa, davanti alla tv: tutta l’energia, l’esuberanza fisica, la velocità di questi sportivi ci investe e materializza una nuova percezione di questo sport che dal vivo, allo stadio, è un’altra cosa! E poi esultare, commentare, sentirsi parte del gruppo diventa naturale durante la partita: ci si trasforma in tifosi. Si viene “presi” dalla juventinità ( o meglio, si scopre di averla sempre avuta dentro! ), da questa Juventus di Conte, dalla consapevolezza di trovarsi in un ambiente leggendario. E questa sensazione non ti abbandona più, quando lasci lo stadio, mentre rientri, e nei giorni a seguire nei quali porti con te almeno un simbolo bianconero. E’ la magia della Juve.







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