ANNO 14 n° 111
Legambiente Lazio
Nella Tuscia 28 illeciti
legati ai rifiuti nel 2014
Presentato il rapporto sulle Ecomafie
01/07/2015 - 00:00

VITERBO – Sono stati 28 gli illeciti legati al ciclo dei rifiuti in provincia di Viterbo nel 2014. E’ quanto rivela nel dossier 2015 di Legambiente dedicato alle ecomafie, presentato ieri a Roma. Il capoluogo della Tuscia è in buona compagnia: nel corso del 2014 sono state 2.255 le infrazioni ambientali accertate nel Lazio, 6,1 al giorno, il 7,7% delle infrazione di tutta Italia (erano il 7,1% nel 2013). Il Lazio è al 5° posto nella classifica nazionale dei reati ambientali accertati per il quarto anno consecutivo. La precedono le regioni ad alta presenza mafiosa. Nella classifica nazionale della corruzione, il Lazio si piazza invece al quarto posto con 26 inchieste aperte.

Nello stesso periodo, nel Lazio sono stati commessi 545 reati di abusivismo edilizio e 486 illeciti nel ciclo dei rifiuti. E non è ancora tutto: la regione è al primo posto anche nella classifica nazionale dei cosiddetti archeoreati.

Roma si conferma regina dell’illegalità laziale nel ciclo dei rifiuti dove gli illeciti salgono dai 229 del 2013 ai 255 del 2014; seguono Latina con 140, Frosinone con 37, Viterbo con 28 e Rieti con 26. Non va meglio nel ciclo del cemento, tradizionalmente colpito da infiltrazioni mafiose e dove si conferma al primo posto la capitale con 180 illegalità, seguita a breve distanza da Latina dove gli illeciti accertati sono stati ben 173.

''I dati sulle illegalità nel Lazio continuano ad essere allarmanti e la nostra regione è la quinta in assoluto per tali reati – ha detto Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio –, soprattutto la capitale continua a contribuire in modo impressionante alla media nazionale e, nonostante la chiusura di Malagrotta ed il lieve miglioramento di livello di differenziata nelle provincie, il ciclo dei rifiuti continua ad essere protagonista di quasi 500 reati all’anno. Anche i numeri legati al ciclo del cemento che vedono Roma e Latina fortemente colpite, non lasciano dubbi e ci raccontano un territorio preso d’assalto dall’abusivismo edilizio e da diluvi di cemento e consumo di suolo che bisogna assolutamente fermare. A Roma e nel Lazio si esca dall’era dell’illecito e di Mafia Capitale, da anni denunciamo con i nostri dossier i numeri impressionanti degli ecoreati, adesso le indagini in corso siano l’occasione per creare un nuovo sussulto civile tra cittadini, associazioni e amministratori per aprire un varco indelebile di legalità nel futuro''.

Altrettanto gravi continuano ad essere gli illeciti contro la fauna 561 nel Lazio e gli incendi dolosi 248, dei quali 67 in provincia di Frosinone e addirittura 150 a Latina.

Gravissimo infine il numero di illeciti nel campo delle archeomafie, ovvero tutto l’insieme di illeciti che riguardano crimini a danno delle opere d’arte e della storia del nostro territorio. Sulle Archeomafie il Lazio è 1° in assoluto sul piano nazionale con 148 reati che costituiscono il 17,4% del dato italiano.

''Per il quarto anno consecutivo il Lazio è quinto nella classifica nazionale degli ecoreati e tra i dati che emergono più preoccupanti ci sono, oltre a quelli tristemente tradizionali, gli illeciti a danno delle opere d’arte che mettono la nostra regione al primo posto in assoluto per questi crimini – conclude Scacchi – La regione deve assolutamente mettere in campo specifici impegni per combattere i reati ambientali, a partire dall’istituzione della consulta regionale Ambiente e Legalità, bisogna infatti proteggere il Lazio dalle mire eco-mafiose per valorizzare al meglio lo straordinario patrimonio naturale, storico-culturale e archeologico del nostro territorio; da quest’anno sarà decisiva per la lotta all’eco-criminalità la legge sugli ecoreati approvata lo scorso maggio che può davvero dare una svolta alla lotta alle ecomafie se tutti, cittadini, istituzioni e associazioni, continueranno a tenere alta la guardia''.

 






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