ANNO 14 n° 116
L'Andosilla perde terapia subintensiva
L'ospedale di nuovo a rischio chiusura?
Il servizio farmaceutico aperto solo due giorni la settima, parcheggi impraticabili
25/07/2014 - 02:01

CIVITA CASTELLANA – Nell'ampio e moderno salone coperto da vetrate dove ogni mattina sfilano decine, forse centinaia di persone che stringono tra le mani un foglietto rosa con le prescrizioni di analisi, accertamenti clinici e visite specialistiche, serpeggia un timore di giorno in giorno crescente: ''L'ospedale Andosilla sta chiudendo''. Una dubbio che, a mezza bocca e con un sorriso amaro sulle labbra viene espresso anche da chi nell'ospedale di Civita Castellana ci lavora: ''Non fatevi ingannare dai lavori in corso e dalle promesse – dicono una volta garantito l'anonimato -, qui è in corso una subdola opera di smantellamento della struttura. Se non interverranno fatti nuovi – aggiungono – l'esito non potrà che essere fatale''.

Il declino dell’Andosilla, che qualcuno vorrebbe spacciare per razionalizzazione, è iniziato nel 2011, con la chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia. E negli ultimi giorni ha subito un'improvvisa accelerazione: dal primo settembre prossimo, il commissario straordinario della Asl Luigi Macchitella (nonostante sia in odor di incompatibilità), ha sancito un'altra pericolosa chiusura, quella del reparto di Subintensiva, supporto necessario al pronto soccorso e all'attività chirurgica ed ortopedica.

Ma i malanni che affliggono lo storico ospedale civitonico, nonostante svolga un ruolo di ''cerniera'' per la rete assistenziale a confine tra le province di Viterbo, Rieti e Roma, sono molte e, spesso, gravi. Il Servizio farmaceutico funziona a singhiozzo, in quanto la responsabile è presente solo due giorni la settimana. Quindi, l'erogazione dei farmaci ai pazienti, anche di quelli urgenti, non può avvenire negli altri cinque giorni.

Ci sono poi dei problemi ''temporanei'' che durano da mesi e che rischiano di prolungarsi all'infinito: l'accesso alle automobili degli utenti che da qualche mese è impedito a causa di lavori sulla rete fognaria. Perfino l'accesso al pronto soccorso è vietato agli accompagnatori da un nastro bianco-rosso guardato a vista, su disposizione del direttore sanitario dell'ospedale, da ben tre vigilantes, che impediscono a chiunque di giungere all'ingresso dell'area critica.

Nel mirino non c’è solo il direttore generale della Asl Macchitella, ma anche il sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli, recentemente trionfalmente rieletto. ''Nonostante l'inquietante situazione – si sente ripetere - è completamente assente. Sembra che il destino del nosocomio e i disagi della cittadinanza non gli interessino. Da dopo le elezioni non ha intrapreso alcuna iniziativa in difesa dell’ospedale verso gli organi competenti''. E ancora: ''Come primo cittadino avrebbe l’obbligo di informare la collettività su quanto sta accadendo. Dovrebbe dire che con i tagli già avvenuti e quelli in arrivo, si abbasserebbero ulteriormente gli standard e i requisiti minimi che un ospedale deve avere, i cosiddetti livelli essenziali di assistenza''.

Le prime soluzioni invocate a Civita Castellana sono la nomina di un ''vero'' direttore generale della Asl e un deciso intervento del sindaco Angelelli nei confronti della Regione Lazio.

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