CIVITA CASTELLANA – L’ancora di salvezza per le aziende del distretto ceramico di Civita Castellana potrebbe arrivare dalla Turchia. E’ d’oltre Bosforo, infatti, che vengono estratti due minerali alternativi al feldspato, uno degli elementi degli impasti per la produzione di sanitari, risultato contaminato dall’amianto. Lo ha annunciato la Spica, la principale impresa di produzione di impasti ceramici, con una lettera a firma del direttore generale Sergio Carabelli, fatta recapitare alle fabbriche che utilizzano i suoi prodotti.

''I minerali provenienti dalla Turchia – spiega la Spiga – sono assolutamente incontaminati''. Si tratta di terre del tutto simili al feldspato, ma estratti molto lontano dalla Sardegna, da dove proviene il feldspato risultato incontaminato. La Spiga ha precisato che i materiali alternativi saranno usati negli impasti finché non sarà fatto chiarezza sulla presenza di fibre d’amianto riscontrate dalla Asl di Viterbo.

Intanto, il servizio di Igiene industriale della Asl di Viterbo ha richiesto alle imprese che producono gli impasti ceramici di certificare tutti i materiali da loro utilizzati e le relative provenienze. Ieri, inoltre, c’è stato un faccia a faccia tra rappresentanti delle stesse aziende con i responsabili del Centro regionale amianto di Civita Castellana. Al centro dell’incontro, i provvedimenti da adottare, soprattutto per smaltire il materiale contaminato, attraverso una procedura rigorosa. E costosa.

Entro oggi, infine, dovrebbero arrivare le analisi svolte dall’Università di Torino sui campioni di feldspato in cui sono state trovate tracce di tremolite d’amianto, inviati dalla Asl di Viterbo. Va precisato che l’istituto di mineralogia industriale piemontese non deve svolgere le controanalisi, giacché gli esiti degli accertamenti svolti a Civita Castellana sono certi e inequivocabili, ma deve stabilire il grado di contaminazione.