ANNO 14 n° 110
Lago di Bolsena, ''Possibile violazione della direttiva''
A Bruxelles la Commissione risponde alla petizione presentata da Piero Bruni
22/03/2018 - 01:41

di Antimo Verde

BOLSENA - Inquinamento del lago di Bolsena, la Commissione Europea risponde alla petizione presentata al parlamento di Bruxelles da Piero Bruni, presidente dell'Associazione Lago di Bolsena, e parla di una possibile violazione della direttiva quadro sulle acque.

Per il novantenne ambientalista, ascoltato ieri pomeriggio dalla commissione parlamentare Peti presieduta da Cecilia Wikström, l'aumento dei valori del fosforo nelle acque, passati dagli 8 mg/l del 2005 ai 16 mg/l del 2017, ha due cause principali: il pessimo stato del collettore circumlacuale – con le conseguenti perdite di liquami nel lago e nel fiume Marta – e la coltivazione altamente inquinante di noccioleti. Sotto accusa c'è la Regione Lazio, rea di non avere ancora applicato il Piano di Gestione approvato dalla Provincia di Viterbo nel lontano 2009 (clicca QUI per vedere il video a partire dal minuto 16).

''C'è una discrepanza – ha spiegato in aula Marco Gasparinetti, funzionario legale della Commissione Europea – tra le relazioni ufficiali presentate dall'Italia negli anni precedenti, quando lo stato del lago era ancora buono, e le prove più recenti presentate dai petenti (tra ottobre 2017 e gennaio 2018) stando alle quali lo stato del lago sarebbe passato da buono a sufficiente. Questo può costituire una violazione della direttiva quadro sulle acque. L'articolo 4, al paragrafo 6, definisce il seguente principio: il degrado temporaneo non vìola i requisiti della direttiva se è il risultato di circostanze di forza maggiore o che non potevano essere previste, come alluvioni e siccità prolungate. I grafici presentati dal sig. Bruni mostrano invece che questo era prevedibile. La Commissione Europea – ha concluso – indagherà ulteriormente alla luce delle nuove prove presentate dal petente''.

La stessa Commissione, nella risposta scritta, ha reso noto che continuerà a monitorare lo stato di avanzamento del fascicolo fino a che il nuovo impianto di trattamento delle acque reflue non sarà pienamente operativo, riservandosi la facoltà di sollevare la questione del deterioramento del lago presso le autorità italiane.




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