ANNO 14 n° 88
La vittima è poco attendibile,
sfuma l’accusa di usura
Alla sbarra un presunto aguzzino viterbese, ma non ci sarebbero prove: assolto
22/05/2019 - 06:42

TUSCANIA – (b.b.) Con l’attività in acque agitate e problemi economici, si sarebbe rivolto ad amici di amici per ottenere un prestito. 4mila euro, immediatamente divenuti però 6mila e 500. Un aumento di 2mila e 500 euro, ''Che avrei dovuto restituirgli con cadenza mensile in rate di 800 euro'', racconta in aula la presunta vittima.

A finire a processo per usura un uomo di mezza età, che avrebbe prestato ad un ristoratore del Sud Italia, trasferitosi, a Tuscania una somma di denaro per far fronte ad alcuni problemi economici e ne avrebbe pretesi indietro con gli interessi.

''Gliene ho restituiti un po', in sei o otto mesi, non ricordo. Ma si tratta di tanto tempo fa – ha proseguito la presunta vittima, in aula – forse facendo il calcolo si trattava di un interesse del 10 per cento o qualcosa del genere. Avevo problemi economici nella mia pizzeria, tanto che alla fine ho dovuto vendere. Ma nel mentre mi sono affidato a questa persona che mi è stata presentata da un mio collega della provincia''.

Senza immaginare, presumibilmente, che si trattasse di un aguzzino. A sporgere denuncia lo stesso ristoratore, che ieri è stato sentito dal collegio di giudici, sul banco dei testimoni.

''Ogni tanto ci incontravamo fuori dal mio locale e gli restituivo la somma che pretendeva, altre volte venivano terze persone, che ho sempre visto di sfuggita''.

Troppo vaga, però, la sua ricostruzione. Troppo generiche le sue dichiarazioni, tanto che lo stesso pubblico ministero, ad esame finito, è stato costretto a chiedere l’assoluzione dell’imputato.

Assolto perché il fatto non sussiste, la decisione dei giudici.






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