ANNO 14 n° 116
La via Francigena percorsa e raccontata da chi non vede
28/08/2014 - 02:02

 

SAN MINIATO. Giovanni Corrieri, il poeta delle strade, s’’è impegnato in una nuova, straordinaria, impresa. Ha guidato un gruppo di una trentina di ciechi, ipovedenti e non vedenti, su un tratto della via Francigena, che lui conosce molto bene.

È l’antica strada dei pellegrini che arriva fino a Roma, e il cammino ha spesso assunto una forma interiore e spirituale. Troppo modesto per raccontarla, la segnalazione arriva da Andrea Mancini, a sua volta riprendendola da una cronaca di Stefania Leone. «L’esperienza era iniziata già lo scorso anno con una tappa da Lucca a Siena, ed è stata ripresa quest’anno proprio da Siena, da dove, con zaino in spalla e percorrendo a piedi tappe di oltre 20 chilometri al giorno, il gruppo è arrivato a Viterbo in una settimana. Ci si chiederà cosa possa spingere delle persone non vedenti a fare una scelta simile. La risposta è molto semplice: si tratta di persone allenate e abituate a camminare, che da diversi anni con l’Associazione Disabili Visivi, praticano varie attività sportive, come il trekking, lo sci nordico e quello alpino, la vela, la canoa, il sub. Li accomuna non solo l’handicap, ma soprattutto la voglia di vivere, il piacere di stare insieme e di condividere praticamente tutto, dalla stanchezza al divertimento e alle risate, dalla fame al gusto di mangiare, dalle difficoltà di arrangiarsi e di organizzarsi e al cavarsela nel bene e nel male. Abbiamo visitato il centro storico di ogni città, dormendo in suggestivi monasteri e conventi, in camerate con bagni in comune. La cosa difficile? Orientarsi nel posto in cui si alloggiava per la serata e la notte, prendere le coordinate di ogni nuovo luogo e… non appena si era capita la topografia del luogo, ripartire!».

E continua: «Di solito ciò che viene a mancare quando si viaggia in comitiva è il silenzio, e in particolar modo per chi è cieco la comunicazione verbale diviene fondamentale, a scapito della percezione di suoni, rumori e sensazioni interiori. Fortunatamente, la guida Giovanni Corrieri – che conosce buona parte della Via Francigena come le sue tasche -, non ci ha permesso di perdere questa preziosa occasione e più di una volta ha proposto a tutti noi di camminare rispettando il totale silenzio per circa una mezz’ora. Ci siamo riusciti ed è stato bello, intimo, sentendo i nostri passi, il vento, l’abbaiare di un cane, gli uccelli, e peccato che il Lago di Bolsena fosse immobile e silenzioso, altrimenti ne avremmo sentito il rumore. In tali momenti il cammino ha assunto una forma interiore e spirituale, come se ognuno di noi fosse stato solo, e si sono potute percepire le variazioni stesse del terreno, della vegetazione e della geografia dell’ambiente circostante, semplicemente camminandoci dentro, vivendo fisicamente lo spazio, pur non catturandolo con gli occhi. E anche per i vedenti – o “normodotati” – non è la stessa cosa percorrere un tratto di strada a piedi o in automobile; la velocità, infatti, non consente di coglierne i particolari, ma dovendoli descrivere c’è un valore aggiunto, quello di prestarvi più attenzione e memorizzarli meglio», conclude Stefania Leone. Che è consigliera dell’Associazione Disabili Visivi, con delega per le Problematiche Information and Communication Technology, per la stessa associazione e per la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, presso i tavoli del Consiglio Nazionale Utenti, AgCom, Sede Permanente del Segretariato Sociale RAI e Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai






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