ANNO 14 n° 110
''La verità sulla morte di mio figlio non arriverà da questa procura''
In aula Angela Gentile, la madre di Attilio Manca
04/11/2016 - 18:41

di Davide Savino

VITERBO - ''Mi hanno fatto venire dalla Sicilia solo per chiedermi se conoscevo la Mileti, sono sempre più stupita dalla procura di Viterbo, spero che la verità su mio figlio prima o poi verrà fuori. Ma non da qui, dalle altre procure italiane che si interessano al caso'', con queste parole Angela Gentile, madre di Attilio Manca, commenta la sua deposizione all'uscita del tribunale.

Oggi, infatti, dovevano essere ascoltati sei testi sul caso che vede come unica imputata Monica Mileti, la donna che, secondo la procura, avrebbe venduto la dose di eroina risultata poi fatale ad Attilio Manca. L'udienza comincia con mezz'ora di ritardo, l'aula è gremita di persone, principalmente amici, conoscenti e parenti dell’urologo trovato morto in via Santa Maria della Grotticella l’11 febbraio 2004. Il pm è chiaro: non devono essere effettuate riprese perché ''non sussiste un interesse pubblico del processo né un interesse sociale particolarmente rilevante da consentire le riprese audio visivi''.

Per errori di notifica dei sei testi è presente solo la madre di Attilio, Angela Gentile, 72 anni, alla quale viene fatta una sola domanda: conosceva l’imputata, Monica Mileti? No, non la conosceva di persona ma, spiega in aula la signora Gentile, gliene aveva parlato Salvatore Fugazzotto, amico di vecchia data di Attilio, circa dieci giorni dopo la morte del figlio. ''Sono stati gli amici di Barcellona a dichiarare che mi figlio si drogava – dice la signora Manca -, i colleghi e gli amici di Viterbo hanno sempre detto che non ne faceva uso. Attilio nell'ultimo periodo mi aveva detto che si era un po' allontanato da Salvatore Fugazzotto perché frequentava persone che a lui non piacevano tra cui Ugo Manca, suo cugino. Quest’ultimo non ci permise di vedere il corpo di Attilio dopo il decesso. Ci dissero che aveva avuto un aneurisma, aveva battuto la testa sul telecomando e che il volto era tumefatto. Ugo era a Viterbo e furono trovate le sue impronte digitali nel bagno di casa di Attilio. Spiegò che qualche giorno prima era stato a casa sua, che si trovava a Viterbo perché doveva operarsi di varicocele. Tornata a Barcellona tutti sapevano della morte di Attilio per droga e allora ho chiesto in paese se qualcuno sapeva qualcosa e Fugazzotto mi disse di conoscere la Mileti''.

Il giudice Mattei dopo aver ascoltato la signora Gentile rinvia l'udienza al prossimo 7 dicembre per ascoltare i 5 testi assenti oggi. Ma la signora Gentile non ci sta e all'uscita del tribunale : 'Spero di non dover mai più venire qui a Viterbo perché ogni volta è la stessa storia oggi mi hanno fatto una sola domanda – dice la madre di Attilio all’uscita del tribunale - Io vengo dalla Sicilia solo per dire che non conoscevo la Mileti, eppure dovrebbero sapere che non la conoscevo. La verità su mio figlio verrà fuori, ma non da questa Procura''. Anche per gli avvocati difensori, Fabio Repici e Antonio Ingroia, ci sono alcune perplessità. ''Come si fa a fare questi errori con le notifiche – tuona Ingroia -, oggi dovevano esserci sei testi, era presente solo uno: la signora Gentile, dalla Sicilia, per rispondere a una sola domanda. Per le riprese negate posso dire che trovo strana questa decisione perché allora l'udienza si sarebbe dovuta svolgere a porte chiuse. Ma questa, purtroppo, è la situazione qui a Viterbo''.





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