ANNO 14 n° 115
La Tuscia unita contro il geotermico
Un consiglio straordinario sulla realizzazione dei pozzi esplorativi
20/05/2017 - 17:13

FARNESE - La Tuscia, unita, si dichiara contraria al geotermico. Questa mattina a Farnese si è tenuto un consiglio straordinario, con unico punto all’ordine del giorno la realizzazione di una centrale geotermica che prevede quattro pozzi esplorativi: due proprio a Farnese ed altrettanti ad Ischia.

Il consiglio si è aperto con i saluti del sindaco di casa, Massimo Biagini. Il quale ha ringraziato i presenti leggendo un documento, condiviso e sottoscritto dai presenti, nel quale l’amministrazione si impegna a vigilare il territorio in ottica di speculazioni attuali, il geotermico appunto, e future.

Dopo l’impegno scritto del Consiglio comunale la parola è passati a numerosi Sindaci del circondario. Poiché la geotermia ad alta e media entalpia, ossia quella che punta alla produzione di energia elettrica, è un problema che riguarda tutta la provincia. Tante infatti sono le domande che ditte, aziende e privati vari hanno consegnato nel viterbese. Poche invece le possibilità che tali progetti possano andare a buon fine. Le recenti vicissitudini di Latera, così come del resto la situazione disastrosa delle vicine Toscana e Umbria, insegnano che il centro Italia non è assolutamente adatto a tali pratiche.

Successivamente ai pareri dei sindaci e ad alcune interrogazioni della fittissima popolazione accorsa, si è espresso anche l’onorevole Alessandro Mazzoli. ''Condivido le osservazioni – ha detto – e rimango a disposizione per il futuro. L’Italia è lo stato maggiormente sostenibile da un punto di vista energetico, vogliamo certo migliorare, ma non è possibile che si passi da un cercare di realizzare un piano energetico sostenibile ad una provincia sotto assedio. Serve piuttosto strategia, e su ampia scala. Scendendo nello specifico invece ricordo che il colosso Enel ritiene che in qua la geotermia non si può assolutamente fare. Non è possibile''.

Dello stesso avviso pure l’onorevole Alessandra Terrosi, da molto impegnata su questo fronte. ''Il problema è politico – ha spiegato – e va affrontato dall’alto. Finora non siamo riusciti a muoverci per tutelare un territorio come questo. Nel quale la prima ditta che arriva, seppur senza storico e con un capitale sociale inappropriato, può imporsi e scavalcare cittadini e autorità''.

In effetti il problema di Farnese è legato proprio a tale aspetto. Il Comune si è detto contrario (così come del resto anche quello Ischia di Castro), gli abitanti stanno lottando per scongiurare la sciagura, Provincia e Regione restano convinte che la cosa non va portata avanti, ma il tutto si gioca nelle stanze del Ministero, laddove si decide in merito alle concessioni per progetti di questo tipo.

''Confermo che il problema è politico – ha chiuso il giro di voci il consigliere regionale nonché presidente della Commissione Ambiente alla Pisana, Enrico Panunzi – in Regione possiamo occuparci della bassa entalpia ma non dell’alta. Personalmente sono contrario a scendere di quattro chilometri sotto terra in una zona sismica e così ricca di gas Radon. E, per il semplice criterio di precauzione, poiché in materia se ne sentono di tutti i colori, eviterei qualsiasi tentativo di bucare. Abbiamo però le mani legate, a vederla bene. Ma porteremo comunque le nostre e le vostre convinzioni a chi di dovere. Questa è pura e semplice speculazione. Ciò di cui abbiamo bisogno invece sarebbero gli strumenti normativi, una mappatura nazionale che specifichi dove si può realizzare cosa''.

La battaglia è quindi appena cominciata. Ed il comitato ''Farnese, ambiente, salute e territorio'', presente al Consiglio, ringrazia quanti intervenuti all’incontro, rinnova la possibilità di adesione al comitato, e annuncia una nuova assemblea che a breve si terrà ad Ischia di Castro, in pieno accordo con l’amministrazione comunale e col sindaco Salvatore Serra.






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