ANNO 14 n° 110
La Provincia mette in vendita il liceo scientifico Ruffini
Le sedi inserite nell'elenco dei
beni della Provincia d'alienare
05/10/2015 - 00:00

VITERBO – Roba dell’altro mondo. O forse no. La Provincia di Viterbo post riforma, cioè la sub Provincia, ha messo in vendita il liceo scientifico Ruffini. Tutto, sia la sede centrale che quella attigua di Palazzo Borgognoni. Il tutto nella speranza d’incassare 3 milioni e 315mila euro. Una somma sufficiente a rifare l’asfalto a circa a terzo o giù di lì della rete stradale provinciale. Un anno, un anno e mezzo e le strade torneranno come sono ora, ma intanto la collettività avrà perso la più importate scuola dell’intera Tuscia.

E' quanto prevede il decreto firmato dal presidente Mauro Mazzola il 25 luglio scorso che ha per oggetto: ''Piano di alienazione e valorizzazione dei beni immobiliari 2015'', proposto dai settori Edilizia scolastica e patrimonio. Un decreto che, oltre a quella di Mazzola, reca la firma di una lunga sfilza di dirigenti e del segretario generale. Insomma per la burokrazia di Palazzo Gentili il Ruffini si può vendere.

Chissà se si sono chiesti dove andranno le centinaia di studenti qualora ci dovesse essere qualcuno disposto a comprare i due immobili? Beh, dove sono. Basterebbe pagare l’affitto ai nuovi proprietari. Affitto che dovrebbe essere sborsato dalla stessa Provincia, poiché l’edilizia scolastica è una delle poche deleghe rimaste al sub ente, sempre più squattrinato e con le pezze al culo. Il rischio è che tra qualche anno, il liceo scientifico potrebbe essere sfrattato per morosità.

Ma di stranezze il decreto ne contiene molte: ad esempio, chissà per quale doloroso mistero la sub Provincia abbia deciso il “mantenimento in capo all’ente” della colonia di San Martino al Cimino, 800 metri quadrati di spazi coperti più altri 20mila di area esterna, valutata 3 milioni di euro, da anni in comodato d’uso a un’associazione di volontariato? O perché non abbia messo in vendita la caserma dei vigili del fuoco in via della Pila? Si tratta di oltre 2mila metri quadrati di superficie coperta e altri 2mila e 700 di area esterna, per un valore di 3milioni e 100mila euro, che il decreto mantiene in capo all’ente per realizzare la nuova sede della biblioteca unifica di Viterbo. Eppure il 25 luglio la sub Provincia aveva perso ogni competenza sulla cultura e il Consorzio delle biblioteche era di fatto superato.

La furia ''alienatrice'' della sub Provincia non s’è fermata davanti a nulla e nessuno. In vendita sono finite l’ex caserma dei carabinieri in via della Pace (ex palazzo Ruspoli), un milione e 767mila euro di valore; l’ex colonia di Bolsena, 2 milioni e mezzo; l’ex casa colonica della Sanmartinese, 500mila euro. E ancora: lo scheletro in cemento armato di quello che sarebbe dovuto diventare l’ospedale psichiatrico provinciale, davanti a Belcolle, 4 milioni e mezzo; l’ex questura, davanti a Palazzo Gentili, il cui valore è in corso di definizione, come quelli di altri immobili di minor valore messi in vendita.

C’è da dire che le aste per alcuni immobili svolte l’anno scorso sono andate deserte. E a ogni asta deserta il prezzo si abbassa. Alla fine però, qualcuno si presenterà e farà l’affare. Lui, non certo la Provincia.

Cosa pensare, sennonché abbia perso il senno come Orlando, di un Paese in cui un ente pubblico mette in vendita migliaia e migliaia di metri quadrati d'immobili mentre un altro ente, il ministero dei Beni Culturali, paga 300mila euro l'anno d'affitto per la sede, oltretutto ritenuta inidonea, dell'Archivio di Stato? Ma il fatto più drammatico è che non si vede in giro un Astolfo in grado di andare sulla Luna a recuperare l'ampolla con senno del Paese.

La notizia, ha già suscitato le ire del consigliere comunale Paolo Moricoli, che non appena è venuto a conoscenza del decreto ha lanciato il grido di battaglia: ''Occupiamo la Provincia''.





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