ANNO 14 n° 111
La produttrice che vende legumi su eBay e il frantoio con lo shop on line
Boom di richieste sul web per le piccole aziende agricole della Tuscia: ''E' questo il futuro''
23/05/2020 - 06:53

 

VITERBO - Boom di vendite on line per le piccole aziende agricole dell’Alto Lazio. Una tendenza emersa durante la videoconferenza che si è svolta ieri sera tra i produttori dell’associazione Slow Food, la seconda di una serie dopo quella dedicata ai ristoratori della provincia.

''All’inizio dell’emergenza Covid nessuno ci chiamava più, sembrava finito il mondo – ha raccontato Luca Di Piero dell’omonima azienda con sede a Civita Castellana, specializzata nella produzione di cioccolata, vino, olio e semilavorati di alta qualità -. Un mese prima avevamo preventivato una vendita on line, che però non si concretizzava, poi tutto si sbloccato all’improvviso. E’ stata un’opportunità. Il futuro della piccola azienda sono le vendite online, vendere direttamente. Se si vende all’ingrosso il reddito diminuisce. Bisogna investire in pubblicità, per farsi conoscere, fare eventi, creare prodotti sempre più innovativi. L’altro giorno abbiamo fatto addirittura una diretta con un piccolo ingrosso giapponese''.

''Spesso capita di guadagnare di più con un paio di spedizioni che quando torni a casa dopo 10 ore di mercato – conferma Federico Porro con una azienda agricola a Rocca Sinibalda, in provincia di Rieti-. Abbiamo 10 ettari di terra dove produciamo un po’ di tutto, 3-4 etti a seminativo, un altro ettaro di uliveti e poi la frutta fresca. Abbiamo anche 30 arnie. Per noi con il virus è cambiato poco, perché la sua propagazione è coincisa con i mesi in cui il nostro magazzino è vuoto. La nostra piazza principale è Roma. Essendo rimasti bloccati i mercati, abbiamo continuato a lavorare con qualche gruppo di acquisto, privati e qualche negozio rimasto aperto''.

L’epidemia ha aperto invece una nuova prospettiva di vita a Guido Felici, produttore di pasta fresca di Viterbo. ''La nostra attività invia Matteotti è partita da poco, neanche un anno che si basa sula vendita al minuto, il cui apporto però nel frattempo è venuto a mancare. Con mia moglie però abbiamo subito capito che dovevamo pensare a qualcosa di nuovo, un cambiamento totale, anche come stile di vita. La prima cosa che ci è venuta in mente è stata quella di rivolgerci alla terra. Abbiamo due bambini piccoli di due e 9 anni. Così in breve tempo ci siamo trasferiti in una azienda agricola. Adesso faccio avanti e indietro tra Viterbo e la Toscana. Il fine settimana lo dedico alla pasta, gli altri 3 giorni all’azienda di 60 ettari per la produzione di formaggio di capra''.

Ha puntato su un’iniziativa etica, Massimiliano Biaggioli dell’azienda Lamponi dei Monti Cimini, in Strada Romana (Viterbo): ''Su instagram ho creato un gruppo di persone che vanno da Aosta a Palermo che hanno ricevuto un kit dei miei prodotti con cui realizzare ricette creative. In due settimane sono arrivate 100 ricette, diventate poi un ricettato, un lamponario di 136 pagine che sarà pronto il primo giugno e il ricavato delle vendite sarà devoluto in beneficenza''.

Aveva già prima dell’emergenza Covid uno shop su Internet Pierluigi Presciuttini titolare dell’omonimo frantoio oleario a Montefiascone ma noto anche per il fatto di recuperare oliveti abbandonati, per un totale, finora, di 3500 piante. ''Avevo questo shop da 5 anni, una vetrina. Da 10 bottiglie di olio vendute in 10 anni sono passato a decine di richieste in 20 giorni. La gente stando in casa andava a cercare un prodotto diverso rispetto a quello del supermercato. SI è sviluppata una sensibilità aumentata per il piccolo produttore locale, soprattutto nelle grandi città. E tra le mille aziende hanno trovato anche la mia. In seguito ho avuto la possibilità di convogliare altri produttori di formaggio, frutta e verdura che conoscevo su questo sito. Sto effettuando decine di spedizione. Sarà questo il futuro, il presente lo è già''.

Roberta Mazziantonio di Perle della Tuscia ha trovato uno sbocco per i legumi e le patate della sua azienda su Ebay e Amazon: ''Grazie al cielo abbiamo sempre lavorato. Abbiamo fatta molta pubblicità sui social in cui promuovevamo dei box a prezzi scontati, cercando di raggiungere il numero maggiore possibile di persone in tutta Italia. Poi ci siamo agganciati ad alcune piattaforme di vendita on line che ci hanno contattato per tenere i nostri prodotti. Ci manca il settore Horeca, credo che non torneremo alla normalità che conoscevamo, Per questo bisogna innovare il proprio modo di vendere''.

L’azienda Agriland (Ponte Sodo) invece ha lavorato molto sulla prossimità. ''Abbiamo eseguito molte consegne a domicilio, raccogliendo gli ordini tramite WhatsApp – spiega Chiara De Santis – e poi ospitando aziende amiche che hanno risentito del periodo di crisi, creando per loro una specie di ospitalità: lo abbiamo fatto con produttori di formaggi, asparagi e un’azienda che vende carciofi. Dopo questa esperienza le persone sono molto più attente al cibo sano''.






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