ANNO 14 n° 110
La prima a intervenire è stata la sorella
Secondo i genitori del 16enne i soccorsi in acqua non sono stati tempestivi
Previsto entro mercoledì il rimpatrio della salma di Giuseppe Centamore
05/07/2015 - 00:00

VITERBO – E’ stata la sorellina di dodici anni la prima a soccorrere Giuseppe Centamore. La bambina, che era a pochi metri da lui, nella grande piscina, quando ha visto il fratello scomparire sott'acqua, si è subito immersa e l’ha trovato adagiato sulla griglia del sistema di depurazione. L’ha afferrato per le braccia e tentato di riportarlo a galla, ma non c’è riuscita. Il risucchio del motore del depuratore era talmente forte che il ragazzo, sebbene fosse un provetto nuotatore, non è riuscito a liberarsi dalla morsa. Nemmeno con l’aiuto della sorella. E’ questa, secondo quanto si è appreso, la versione dei fatti fornita dai genitori di Giuseppe, il padre Salvatore, d’origine calabrese, e la madre Paola Sanfilippo, siciliana, all’autorità giudiziaria francese.

I due avrebbero anche smentito il racconto del responsabile del Camping La Petite Camargue, ad Aigues-Mortes, dove la famiglia Centamore era in vacanza. Stando alla loro versione dei fatti, i soccorsi in acqua non sarebbero stati affatto tempestivi. Anzi, prima che intervenissero altri bagnanti, richiamati dalle urla della sorellina di Giuseppe e poi i bagnini, sarebbe passato tempo prezioso. Oltretutto, sempre secondo i genitori, per riuscire a strappare il 16enne dalla morsa del sistema di depuratore sarebbero servite più immersioni. Quando è stato riportato a galla, il ragazzo era rimasto almeno due-tre minuti senza respirare. Il suo cuore batteva ancora, ma le sue condizioni erano disperate. Durante la notte successiva, nell’ospedale di Mins, Giuseppe è morto.

Da ambienti vicini alla famiglia Centamore si è anche appreso che alcuni testimoni ascoltati dalla Gendarmeria di Grau du Roi, che indaga per tentato omicidio, avrebbero confermato la ricostruzione dei fatti fornita dai genitori del ragazzo. Quindi, se i soccorsi fossero stati tempestivi, il 16enne avrebbe potuto essere salvato. Di più, lo steso procuratore della repubblica di Mins, Stanislav Vallat, l’altro giorno, aveva dato una versione simile: ''Il giovane italiano – ha dichiarato all’emittente France3 -, per qualche ragione in via di accertamento, è stato risucchiato da uno dei tre scarichi principali della piscina ed è rimasto bloccato sott’acqua. C’è voluto l’intervento di più persone per riportarlo a galla'''. A questo si aggiunga che il depuratore, stando alle indiscrezioni della stampa francese, non avrebbe dovuto essere in funzione mentre nella grande piscina c’erano alcune decine di bagnanti.

Intanto, dalla Francia è rimbalzata la notizia che la procura non avrebbe ancora ricevuto l’esito dell’autopsia eseguita sul corpo di Giuseppe. Le stesse voci vorrebbero che il medico legale che ha eseguito l’esame autoptico avrebbe comunicato informalmente al magistrato che il decesso è stato causato da annegamento. Entro lunedì, infine, la procura di Mins dovrebbe autorizzare la restituzione della salma alla famiglia e concedere il nullaosta per il rimpatrio. L’arrivo della salma dello studente a Viterbo è previsto per martedì o, la più tardi, per mercoledì prossimo. Domani, i compagni di scuola di Giuseppe, che frequentava la seconda C del liceo classico Mariano Buratti, ricorderanno l'amico scomparso con una cerimonia all'interno dell'aula magna dell'istituto, alla quale parteciperanno alunni e professori.





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