ANNO 14 n° 110
La maggioranza senza una via d'uscita
Le varie fazioni restano sulle loro posizioni, nessun dialogo è stato ancora aperto
08/09/2012 - 04:00

VITERBO - Si sta avvitando su se stessa la crisi di maggioranza a Palazzo dei Priori. E lo scontro è focalizzato tutto all’interno del Pdl. Il gruppo della Destra, infatti, anche se con qualche contorcimento, si accontenterebbe di una riduzione parziale dell’addizionale Imu, da realizzare tagliando alcune spese, e dello sfoltimento della giunta di almeno un paio di assessori (la richiesta iniziale era di scendere da dieci a quattro). Chi invece ha deciso di puntare i piedi è il neonato gruppo di Alleanza nel Pdl, composto da Antonio Fracassini, Marcuccio Marcucci e Marco Maria Bracaglia (un ex Dc e due ex An).

Il trio, dopo aver annunciato che non chiederà alcun incontro chiarificatore al sindaco Giulio Marini, continua a sostenere che la giunta vada interamente azzerata e ricostituita, portando a sei il numero degli esecutivo. Una richiesta che, secondo i boatos, sottintende che, uno di loro tre dovrà far parte del nuovo esecutivo. Una soluzione della quale il sindaco non vuol nemmeno sentire parlare. Passi pure la riduzione degli assessori, sarebbe il ragionamento di Marini, ma i sopravvissuti al taglio devono essere scelti tra quelli attualmente in carica.

Ma il nodo più duro da sciogliere è un altro: Marini e la maggioranza degli assessori non sarebbero affatto convinti che la consiliatura possa giungere a compimento. Cioè non si fiderebbero che, una volta modificato per quanto possibile il bilancio e riformata la giunta, la maggioranza sia in grado di restare unita fino al prossimo aprile. Il loro timore è che possano spuntare altre defezioni e nuove pretese. Un timore motivato dal fatto che le varie anime del Pdl e gli alleati hanno fatto carta straccia dell’impegno assunto nel gennaio scorso, allorquando Marini fu chiamato a scegliere tra la carica di deputato e quella di sindaco. Allora, tutti gli ''giurarono fedeltà'' fino alla fine del mandato qualora avesse rinunciato allo scranno di Montecitorio per quello da primo cittadino. Ma tant’è….

Che la situazione non abbia fatto alcun passo in avanti lo ha confermato il vicesindaco e assessore alla Cultura Enrico Maria Contardo: ''La situazione? E’ quella di ieri e dell’altro ieri. Non abbiamo fatto alcun passo in avanti'' ha detto. ''I toni – ha aggiunto – sono sempre alti, non s’intravede la volontà di smorzarli. E questo in politica è un segnale negativo''. Ad avviso di Contardo ''se ognuno si irrigidisce sulle proprie posizioni non ci sarà via d’uscita. Oltre tutto – ha concluso -, il dibattito non si incentra sul futuro della città, come sarebbe auspicabile e utile, anche se dovessero emergere vedute e posizioni distinte, ma resta ancorato a richieste spesso vaghe e non sempre chiare''.

Il sindaco Marini, da parte sua, si limita a ripetere di essere pronto a recepire ogni suggerimento , ''purché qualcuno si faccia avanti con delle proposte'' ha mandato a dire. Ha invece replicato ai capigruppo d’opposizione, Pd, Sel e Udc, che ieri gli hanno chiesto di proclamare ''irrevocabili'' le sue dimissioni. In altri termini di non accettare, qualora si rendesse possibile, alcun nuovo accordo di maggioranza. ''Pd, Udc e Sel sostengono che l'unica soluzione sarebbero le mie dimissioni irrevocabili – ha detto -, ma farebbero bene a guardare quel che accade in casa loro. Mi riferisco al sindaco Pd de L'Aquila Massimo Cialente che, dopo aver rassegnato le proprie dimissioni irrevocabili, le ha ritirate l’ultimo giorno utile per terminare il mandato, ripresentarsi e vincere con il 59,2%''. Un po’ come dire: ''Occhio, sarò ancora io il sindaco di Viterbo''.





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