ANNO 14 n° 116
''La maggioranza fa tutto da sola, si assuma la responsabilitą della rottura del Pd''
24/04/2018 - 09:35

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo dalla minoranza del Pd comunale, Manuela Benedetti, Andrea Cutigni, Massimo Costantini, Simone Margottini, Roberto Melchiorri, Elda Pizzi, Francesco Taratufolo:

In queste settimane abbiamo rivolto a tutto il partito della città di Viterbo un richiamo all’unità.

Nonostante le differenze, abbiamo accettato per spirito unitario un documento ed un coordinamento su cui avevamo molti dubbi. Nei giorni immediatamente successivi abbiamo scoperto che quel coordinamento era pensato dalla maggioranza come un organismo senza ruolo e senza funzione. Infatti, non è mai stato convocato.

La maggioranza del partito ha deciso da sola il percorso, lo schema di gioco e la squadra senza possibilità di dialogo e confronto.

Abbiamo sempre fatto appello a scelte condivise ma i presupposti delle scelte condivise sono: non avere pregiudizi, guardare all’unità del PD, avere il coraggio di aprirsi al confronto, pensare al bene della città.

Purtroppo questi presupposti non ci sono stati e non ci sono. Abbiamo visto soltanto atteggiamenti e decisioni improntate alla chiusura.

Se siamo arrivati a questo punto è anche perché non c’è stata alcuna analisi critica dei mesi passati e delle ultime elezioni politiche e regionali del 4 marzo che hanno cambiato il panorama politico del paese e della nostra provincia ed hanno fatto emergere domande nuove da parte dei cittadini.

Abbiamo offerto alla discussione del Pd cittadino il nostro contributo di idee, le nostre posizioni ed una candidatura di assoluto valore come quella di Francesco Serra.

Nessuna delle questioni da noi sollevate è mai stata presa seriamente in considerazione e tutto è sempre stato letto in chiave strumentale pur di non misurarsi con i temi politici sollevati.

Questa mattina, lo stesso Francesco Serra ha offerto al PD ed al centrosinistra riflessioni utili per provare a superare l’attuale stallo, ma è come se non avesse parlato.

La sua disponibilità a fare un passo indietro per trovare un’unità vera del Pd, non viene presa in considerazione così come non viene considerato seriamente il bisogno di guardare oltre il nostro partito per costruire una nuova alleanza di centrosinistra che faccia tesoro dell’esperienza vincente di Nicola Zingaretti.

È a questo punto evidente che da parte della maggioranza che gestisce il partito non c’è nessuna volontà di unire.

L’unica logica che viene seguita è quella del prendere o lasciare.

Tra l’altro, il documento proposto alla direzione di oggi è una contraddizione in termini. Si dice di voler investire sulla coalizione e contemporaneamente si decide il candidato sindaco. Questo, dal punto di vista politico è un errore troppo vistoso che dimostra soltanto come non ci sia alcuna reale volontà di costruire un’alleanza per vincere le elezioni.

Perché, se si vuole veramente la coalizione, si deve dire con chiarezza che sarà quella la sede che deciderà il candidato sindaco ed il PD non può arrivare a quel tavolo con una proposta secca ma deve parteciparvi in modo aperto, tenendo presente le considerazioni che lo stesso Michelini ha fatto nei giorni scorsi in merito all’alleanza.

Le stesse consultazioni degli ultimissimi giorni sono state una scelta improvvisata e portata avanti senza alcun criterio comprensibile e senza un percorso condiviso che consentisse realmente ai nostri iscritti di sapere su che cosa ci si pronunciasse.

Se si vogliono coinvolgere gli iscritti, lo si decide in un organismo dirigente insediando una commissione di garanzia che sovrintende le operazioni di voto per garantirne l’espressione e la riservatezza e non si inscena invece, come è stato fatto, una pioggia di mail e sms senza garanzie.

Non è così che funziona un partito.

Non è questo il modo per valorizzare e rendere protagonisti gli iscritti.

A fronte di tutto ciò, appare evidente come la maggioranza abbia deciso fin dal principio di andare avanti da sola e a prescindere da tutto.

A questo punto lo faccia pure, ma sapendo che si assume interamente la responsabilità della rottura del Partito democratico.

Per queste ragioni, abbiamo deciso di abbandonare i lavori della direzione dell’Unione comunale e di non partecipare al voto.






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