ANNO 14 n° 109
LA MADRE DI ATTILIO: ''NON VOGLIONO INDAGARE SULLA MAFIA''
08/06/2012 - 16:09

VITERBO - 'Me lo aspettavo. Mi aspettavo questo e altro. Ma la verità è quella nostra: mio figlio è stato ucciso dalla mafia e noi andiamo avanti nella nostra battaglia per avere giustizia'. Così Angela Manca commenta le dichiarazioni rilasciate questa mattina dal procuratore capo di Viterbo Alberto Pazienti e dal Pm Renzo Petroselli, titolare dell'inchiesta, sulla morte del figlio Attilio Manca, avvenuta nel 2004 a Viterbo, dove lavorava come urologo nell'ospedale cittadino.

'Ormai è chiaro - dice la donna - che non vogliono indagare sull'omicidio di mafia e su Bernardo Provenzano. Noi ribadiamo che l'inchiesta è stata lacunosa e superficiale. Lo dimostra il fatto che per tre volte i Gip, su nostra opposizione, hanno respinto le richieste di archiviazione della procura. E ora, dopo otto anni, spunta all'improvviso un'indagata per cessione di droga. Mi sembra tutto così assurdo'.

Secondo la signora Manca ci sarebbero complicità anche nell'ospedale di Belcolle, dove il figlio lavorava. 'Il giorno della morte di Attilio - racconta - un'anestesista dell'ospedale, anziché avvisare mio marito e me, chiamò al telefono la sorella di una cognata di Ugo Manca, quello di cui è stata trovata un'impronta palmare nel bagno di casa di mio figlio. Perché avvisare lei e non i familiari? Perché Ugo Manca doveva sapere della sua morte prima di noi?''.

Infine, la donna smentisce l'affermazione del procuratore capo di Viterbo, secondo il quale i familiari non hanno mai chiesto un incontro con lui per chiedere chiarimenti. 'Ho chiesto una volta di conferire con il Pm - sostiene - e sono stata quasi cacciata'.





Facebook Twitter Rss