ANNO 14 n° 110
La gestione emergenze
nelle societą moderne
I cittadini per la propria incolumitą devono sapere per tempo cosa fare
22/02/2012 - 10:33

di Giovanna Bianconi

 VITERBO - E’ ormai risaputo che le società complesse come quelle occidentali si rivelano molto fragili in caso di fenomeni eccezionali come quelli delle settimane scorse. D’altra parte però i fisici dell’atmosfera prevedono che i cambiamenti climatici porteranno sempre più a fenomeni di “estremizzazione del clima”, ovvero una maggior frequenza di alluvioni, siccità, neve e gelo anche in zone a clima temperato.

Sarà indispensabile allora che ogni ente territoriale si coordini con le sue controparti istituzionali e tecniche, per creare quella che viene definita la “catena di comando”. Che predisponga appositi piani di emergenza, pianifichi ogni criticità del territorio nonché le migliori pratiche da adottare in caso di calamità. Ma soprattutto che informi la popolazione sulle azioni da eseguire e la coinvolga attivamente nella gestione dell’emergenza valorizzando sempre più le associazioni di volontariato.

Ognuno deve avere un suo ruolo, proporzionato alle capacità e alle responsabilità che può prendersi proprio in virtù di queste capacità. I cittadini allora per la propria incolumità devono sapere per tempo cosa fare a seconda dell’emergenza che subiscono, perché in momenti critici non ci si può certo affidare al buon senso.

E invece così è stato. Nelle scorse settimane la maggior parte delle persone non aveva idea che sarebbe stato utile andare a fare la spesa molto in anticipo e munirsi di sale e pala per la neve, oltre che di catene o gomme termiche. Risultato: il sale alla fine era introvabile, il cibo pure e gli unici che ne hanno beneficiato sono stati i soliti speculatori.

E coloro che il sale lo hanno trovato non sapevano come spargerlo e in quali dosi. Alcune persone purtroppo sono state colte da malore mentre spalavano la neve, perché non sapevano come farlo e con quale ritmo. Altri si sono fratturati polso, femore o addirittura il bacino perché sono scivolati sul ghiaccio: non sapevano che avrebbero dovuto utilizzare scarpe adatte ed un bastone per sostenersi. Molti hanno dovuto sostituire caldaie e tubazioni perché ignoravano che avrebbero dovuto isolarli meglio, magari con vecchi panni di lana. Tra qualche tempo qualcuno scoprirà che dovrà cambiare i pneumatici, perché ha montato le catene senza sapere che andarci in giro solo sul ghiaccio significa distruggere asfalto e gomme. Tutto questo non sapere ha provocato danni incalcolabili alle famiglie, già provate da anni di crisi.

Allora vale la pena di trarre da quanto è accaduto alcuni insegnamenti utili per il futuro. Pratici e di sistema. Innanzitutto nelle comunità avanzate è fondamentale la condivisione dell’informazione su cosa accade e cosa ognuno debba fare. E’ questo che fa la differenza tra chi si lascia travolgere dagli eventi e chi li affronta con cognizione di causa, arginando così i danni e le perdite di vite umane.

Nel prossimo futuro poi le società dovranno ripensare anche i modelli di lavoro, magari favorendo sempre più il telelavoro. Ciò consentirebbe a molte donne di lavorare da casa, con notevoli vantaggi sociali e la diminuzione dei problemi di mobilità e inquinamento dei grandi centri urbani. Inoltre, se adottato almeno parzialmente negli uffici strategici di enti pubblici e società di servizi, il telelavoro avrebbe il vantaggio di evitare la paralisi totale in caso di calamità.

Per quanto riguarda la produzione delle merci il discorso è analogo, anche se per ovvie ragioni più limitato. Per la loro distribuzione invece c’è molto da fare. Bisognerà cogliere l’occasione per arrivare finalmente alle filiere corte e quando possibile ai prodotti a chilometri zero. Inutile dire che ciò eviterebbe le speculazioni che si sono registrate e che in parte ancora subiamo.

Prendendo esempio da altri paesi europei sarebbe possibile sostituire gradualmente il trasporto su gomma con quello via nave o con i treni merci. Queste misure, oltre a diminuire l’inquinamento, di sicuro arginerebbero i problemi e le inefficienze di sistema che abbiamo sperimentato tutti, produttori e consumatori, evitando le ingenti perdite economiche che invece si sono registrate.

Ma è doveroso fare un’altra considerazione. Malgrado tutto, siamo stati fortunati: entrambe le ondate di neve e gelo sono capitate a ridosso dei fine settimana. Nessuno si è chiesto cosa sarebbe potuto succedere se invece fossero arrivate di lunedì? La risposta la conosciamo già.

Ora che il pericolo è scampato, non resta che raccogliere i cocci e prepararsi adeguatamente per la prossima volta. Meglio tenere qualche sacco di sale e una pala in garage, non si sa mai.

 




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