ANNO 14 n° 89
La Fabi Viterbese ampiamente rappresentata da decine di delegati.
Paolo Capotosti descrive la realtą della nostra provincia
Serena
16/06/2017 - 10:50
di Serena D'Ascanio

Viterbo - Mai si era vista una presenza così importante di banchieri in un convegno sindacale, intervenuti per discutere insieme al Sindacato dei Bancari, la Fabi, del futuro del settore.

Tra gli ospiti, Eliano Omar Lodesani, Presidente Casl Abi e Chief Operating Officier di Banca Intesa Sanpaolo, Giovanni Sabatini, direttore generale Abi, Giovanni Sabatini,, direttore generale Abi, Salvatore Poloni, condirettore generale Banco BPM, Mauro Paoloni, vicepresidente Banco BPM, Guido Bastianini, a.d. Carige, Giorgio Papa, a.d. Banca Popolare di Bari, Flavio Valeri, di Deutsche Bank Italia; oltre a Giulio Sapelli, Docente di Storia Economica all'Università di Milano e vari editorialisti e giornalisti del settore.

“Il contratto nazionale dei bancari non si tocca”, occorre anzi una cabina di regia sulle crisi bancarie che veda al suo interno la presenza sia delle banche sia dei sindacati ha affermato Sileoni, ottenendo un “si” storico da parte del Direttore Generale dell'Abi.

Altra proposta del leader della Fabi, quella di una riapertura preventiva del dibattito sul nuovo contratto nazionale lasciando inalterata la scadenza dell'attuale CCNL al 31 dicembre 2018, ha visto l'adesione dell'Abi, il “sindacato” delle banche. Questo, afferma Sileoni, per poter gestire al meglio i cambiamenti e le innovazioni del settore senza doverli subire successivamente, e per poter mantenere i livelli occupazionali definendo nuove professionalità e nuovi mestieri all'interno degli Istituti di Credito.

Un consiglio nazionale che guarda al futuro e vuole tracciare le linee guida per mantenere unita la categoria evitando problemi occupazionali, anzi creando le condizioni per nuove assunzioni.-

Una svolta epocale quella richiesta dal piùà grande Sindacato di Categoria, che vede il bancario come figura polivalente per assistere il cliente a 360 gradi, sia fiscalmente che commercialmente. Una banca ed una categoria al servizio dei cittadini e del territorio. Una banca che proprio grazie ai nuovi campi di interesse assume anziché licenziare.

E questo concetto è stato ripreso anche dal viterbese Paolo Capotosti, già Dirigente Nazionale, che ha voluto rapprersentare la realtà della nostra provincia.

“Quella che vogliamo è una banca dei e per i cittadini”, ha detto Capotosti, prendendo spunto da un episodio della sua trasmissione “Vox Populi” in onda sulla Fabi Tv, nel quale aveva rappresentato il mondo del microcredito partendo dal suo ideatore, Mohamad Junus, già premio nobel. Oltre a soffermarsi sui messaggi contenuti nella trasmissione da lui gestita, Capotosti ha descritto la situazione nel Viterbese. “Il mondo Bancario è quello con la massima sindacalizzazione, la Fabi a livello nazionale è di gran lunga il sindacato con il maggior numero di iscritti, oltre ad essere sicuramente il più propositivo, il più lungimirante, quello con una dirigenza di livello inarrivabile partendo dal nostro leader Lando Sileoni.

Noi nella Fabi di Viterbo possiamo vantare una percentuale di iscritti tra i bancari operanti nel capoluogo e in provincia superiore all'85%”. Una percentuale quasi bulgara, potremmo affermare, ma Capotosti non vuole cullarsi sugli allori. “Il merito è soprattutto del nostro Segretario Generale Sileoni, ma devo dire che la squadra viterbese sta lavorando molto bene ed i frutti non si sono fatti attendere. Voglio per questo ringraziare i dirigenti viterbesi per l'ottimo lavoro svolto. Grazie a Barbieri, Serafini, Filesi, Fonghini, Ricci, Ferrazzani, Fabrizi, Cusimano, Melica, Moneta, Guerra, Ronca, Minciotti, e a tutti quelli che hanno contribuito a far raggiungere alla Fabi una percentuale di adesioni così alta.

Di fronte alle grandi sfide e di fronte ai rischi futuri che aspettano la nostra categoria, l'azione sul territorio è e sarà capillare per dare a tutti i bancari una vera rappresentanza che assicuri la tutela migliore, anche dovessimo “azzerare” tutti quei sedicenti rappresentanti di lavoratori “all'ingrosso”, quelli che invece di mantenere la categoria coesa per meglio fronteggiare le nuove sfide, cercano di dividerla”, ha concluso Capotosti.

 

 

 

 

 






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