ANNO 14 n° 109
'La Dad discrimina chi non può accedere alla digitalizzazione'
Lo scrive in una nota Silvia Somigli, segretaria generale della Uil scuola di Viterbo
21/01/2022 - 14:19




VITERBO -  'La Didattica a distanza (Dad) discrimina chi non può accedere alla digitalizzazione. Le scuole devono restare aperte, ma in sicurezza e con regole chiare. Chi lavora oggi nella scuola non svolge una professione, ma una vera e propria missione'. Lo dichiara la segretaria generale della Uil scuola di Viterbo, Silvia Somigli.

 'La parola chiave è sicurezza – dice Somigli – . Chi lavora oggi nella scuola non sta più svolgendo una professione bensì una missione all'insegna di un 'si salvi chi può' imposto. Ad agosto abbiamo sottoscritto un protocollo sulla sicurezza che si è totalmente arenato. Ancora non si vedono presidi sanitari nelle scuole, la riduzione del numero di alunni per classe e la sanificazione dell'aria delle aule. E nel frattempo la rabbia, la frustrazione e la tensione della gente, aumenta sempre di più'.

 Infine , la didattica a distanza. 'La Dad – commenta Somigli - è una didattica di emergenza, è un surrogato della scuola che serve a poco e che discrimina chi non può accedere alla digitalizzazione. Ancora oggi ci chiediamo che fine abbiano fatto i soldi per il piano nazionale digitale stanziati prima che arrivasse la pandemia, visto che la Dad è stata fatta dai docenti con i loro device e con le loro risorse personali. Purtroppo non abbiamo avuto risposta, così come sulla possibilità di avere a disposizione i dati dei contagi e dei decessi. Perché non vengono tirati fuori? Forse perché vanno contro la narrazione di questi mesi?'






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