ANNO 14 n° 107
La Curia di Viterbo: ''Totale collaborazione con la magistratura''
E' quanto assicura la curia di Viterbo con una nota a firma del vicario generale
22/05/2015 - 17:41

VITERBO - Sconcerto, profondo dolore, vicinanza e solidarietà nei confronti di tutte le vittime dei reati contestati, piena collaborazione con la magistratura, affinché sulla vicenda sia fatta chiarezza rapida e completa. Questa la reazione del vescovo di Viterbo Lino Fumagalli alla notizia dell'arresto di padre Dino, religioso appartenente alla Congregazione dei figli di maria Immacolata, che da alcuni anni prestava servizio domenicale in due piccole comunità parrocchiali, Vallebona e Montecalvello, della Diocesi di Viterbo.

''La notizia, comunicata al vescovo nella serata di ieri 21 maggio 2015 – dice una nota a firma del vicario generale don Luigi Fabbri -, provoca sconcerto e profondo dolore, vista la gravità dell'accusa e dei fatti al religioso addebitati. Alla vicinanza e alla solidarietà nei confronti di tutte le persone che risultassero vittime dei reati contestati - prosegue la nota - si unisce la richiesta di perdono, insieme all'impegno di collaborazione piena con la Magistratura, affinché sulla vicenda sia fatta chiarezza rapida e completa''.

Il vicario generale annuncia poi che il Vescovo diocesano ''procederà lo stesso a compiere tutti i passi prevista in materia dalla normativa canonica''.

''Vicinanza particolare - scrive don Luigi - va alla Congregazione dei figli di Maria Immacolata, cui il religioso appartiene, e anche ai cari fedeli delle due comunità parrocchiali dove il religioso da Roma si recava settimanalmente per la celebrazione Eucaristica domenicale. La grazia del Signore illumini e conforti tutti, sostenga il cammino generoso fin qui compiuto, accompagni i passi di ognuno verso una vita sempre più conforme al Vangelo''.

La nota della Curia rivolge un pensiero anche a don Dino: ''La comunità cristiana - afferma - non dimentica neppure il religioso raggiunto dalle gravi accuse, consapevole che, pur nell'errore più grande – che va condannato e punito sempre e comunque qualora venga definitivamente accertata la fondatezza del reato ascrittogli – a nessuno è negata la misericordia di Dio e la possibilità di redimersi e cambiare vita''.

''La preghiera, infine, si rivolge ancora al Signore - conclude - per tutte le vittime perché sentano forte da parte di tutti, a cominciare dalla comunità ecclesiale, l'impegno chiaro e coraggioso affinché ogni persona, specialmente quelle più deboli e vulnerabili, siano sempre difese e tutelate''. 





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