ANNO 14 n° 110
La corona di spine di Stefano Cucchi
A cura di Franca Marinelli
12/11/2019 - 10:21

La vicenda di Stefano Cucchi è tristemente nota, ritengo, a tutti, e, ne sono convinta, proprio a TUTTI.

Ho lavorato accanto alle Forze dell’Ordine, nessuna esclusa, per 35 anni effettivi, nella mia funzione di Magistrato Penale e in più città: Milano, Roma, Orvieto, Perugia e da ultimo Viterbo.

Ho conosciuto realtà sociali giudiziarie metropolitane, come quelle di provincia; so che significano i servizi delle Forze dell’Ordine (nessuna esclusa) per la tutela e la sicurezza dei cittadini, rectius, delle persone, anche queste, nessuna esclusa; so bene che cosa significano per loro i turni, specialmente quelli notturni, gli appiattamenti, gli inseguimenti, l’attenzione continua e forte, quand’anche sono le tre o le quattro del nuovo giorno, il freddo, la pioggia, il gelo, la scaltrezza dei delinquenti incalliti e la pericolosità, ancora più forte, dei cosiddetti balordi.

Tutto questo però, nella vicenda, del povero Stefano Cucchi, non c’entra. Quello che veramente è grave, in questo triste fatto, non è solo il pestaggio, andato ben oltre, quel realistico, a volte, atteggiamento di difesa della propria incolumità a fronte di soggetti di cui non si conosce la “pericolosità”, soprattutto “intrinseca” e, quindi, più intimidatoria, a volte, aggravata, da circostanze di tempo e di luogo, quanto la caparbia, protervia negazione, a “tutti i livelli” tradendo la propria funzione istituzionale, di nascondere, sviare e, in definitiva, “giustificare” quanto successo.

Questo è vergognoso in uno Stato, le cui Istituzioni (quelle con la “I” maiuscola) devono essere sempre esenti da ombre (ma qui sono travi!!) di ogni tipo e specialmente da queste.

Questo “sistema” omertoso e peggio ancora “omicida” due volte, deve essere condannato e punito non per una “giustizia esemplare” ma per una corretta e doverosa onestà, cui tutte le Istituzioni della Repubblica Italiana devono conformarsi senza se e senza ma.

A Stefano Cucchi, alla Sua corona di spine, e ancor più alla corona di dolore che tutta la vita peserà sulla Sua famiglia, a testa bassa (e senza alcuna retorica) come persona, prima, e come Magistrato, poi, porgo la mia sentita e dolorosa vicinanza.

 

Franca Marinelli

Consigliere di Cassazione

con funzioni direttive superiori

 

 

 






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