ANNO 14 n° 104
La chiameremo Flaminia Viterbo?
C'è l'ipotesi di rilevare il titolo da Civita per salvare il calcio cittadino
28/05/2013 - 04:00

VITERBO  - Ci voleva la fine ufficiale della favola per dare un’accelerata alle manovre intorno alla Viterbese. O meglio: intorno al calcio viterbese. Già, perché se salvare la società gialloblu appare sempre più difficile, c’è comunque chi sta lavorando verso altre soluzioni, con l’obiettivo di assicurare un futuro, sempre in serie D, al pallone cittadino.

Ma andiamo con ordine. Intanto, va detto che sono due le ragioni principali che stanno sconsigliando l’approccio diretto a rilevare la As Viterbese calcio. Primo, il monte debitorio, quantificabile in due milioni di euro, anche se nessuno sa quantificarlo. Secondo: una certa difficoltà, diciamo così, ad accedere ai conti e a trovare un interlocutore affidabile (e a questo proposito va registrato che il proprietario delle quote, Francesco Musacchio da Cerignola, non risulta reperibile a quello che dovrebbe essere il telefono del suo studio). E’ ovvio che presupposti come questi spaventano i potenziali interessati, anche quelli animati dalle migliori intenzioni.

Ecco allora che si stanno cercando strade alternative, con le quali aggirare l’ostacolo e ripartire con un titolo sportivo sano. Magari puntando subito a vincere la serie D. Questo pensa Gianni Moneti, già protagonista vittorioso al vertice societario di Orvietana e Perugia. Il pool di esperti di regolamenti calcistici ma anche di bilanci, che si sono raccolti intorno all’imprenditore viterbese si sta orientando in questo senso, anche se ne saprà di più dopo l’incontro previsto in settimana. Nelle ultime ore l’attenzione si sarebbe spostata dal titolo dello Sporting Terni (meno solido di quanto sembrasse) a quello della Flaminia. Con il presidente civitonico Roberto Ciappici pronto a mettere a disposizione la società per un trasferimento nel capoluogo: a Civita Castellana, d’altronde, il titolo non può restare, il contratto per la gestione del Madami scadrà a fine giugno e sono tramontate anche le ipotesi di andare a giocare a Canepina e a Vignanello oltre alla fusione col Monterosi. Viterbo potrrebbe essere la destinazione migliore, anche se restano da valutare quali margini ci siano a termini di regolamento. Trasferimento del titolo, cambio di denominazione o un altro escamotage previsto dalla Federazione? Di certo queste operazioni vanno fatte, per regolamento, entro il 30 giugno. E potrebbe tornare in ballo anche il vecchio titolo dell’Unione sportiva Viterbese, fallita nel 2005, attualmente in mano al curatore fallimentare e in vendita ad un costo accessibile.

Sempre più impraticabile, invece, la soluzione Deodati, che lega il suo impregno formale al ripescaggio in Lega Pro. Ripescaggio praticamente impossibile, proprio a causa del bilancio disastrato: Deodati, insomma, è un cane che si morde la coda. Senza soldi freschi, infatti, non si possono sanare i debiti e il ritorno tra i professionisti resta solo un miraggio. Lo ha chiarito giusto ieri anche il presidente della Lega Pro Mario Macalli: 'Lo scorso anno c'erano quattro posti disponibili per i ripescaggi ma solo la Virtus Entella ha messo sul tavolo i soldi per soddisfare i requisiti'. Chiaro, no? E basta con queste cavolo di illusioni vendute a buon mercato dai soliti ottimisti a prescindere.

Infine, chiudiamo con qualche voce di mercato. Danilio Ciogli interessa molto da vicino alla Spal, così come Scardini è finito nel mirino dell’Ostiamare, così come Rocco Giannone. Vegnaduzzo ha parecchie richieste, tra cui quella già accennata dalla Castrense di Camilli, neopromossa in Eccellenza. E mister Farris? Anche per lui c’è la corte di diverse società, di D e di Lega Pro, a partire dall’Arezzo.






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