ANNO 14 n° 115
La ''cantonata''
del giornale Spiegel
Il riferimento è ad un articolo oltraggioso per l’Italia
21/02/2012 - 14:44

di Giovanna Bianconi

Qualche tempo fa il giornale tedesco Spiegel Online ha diffuso un articolo a dir poco oltraggioso per l’Italia e gli italiani. La testata giornalistica del resto non è nuova a copertine in cui si fanno riferimenti denigratori al nostro Paese, rappresentandolo solo come un’accozzaglia di donne di malcostume, politici corrotti, mafia, spaghetti e gondolieri. Manca solo il mandolino.

Stavolta però scrivere qualcosa di politicamente scorretto da solo non bastava. Con la scusa di parlare dell’ormai purtroppo famoso comandante Schettino, dei suoi atti scellerati e della tragedia della Costa Concordia, si è attaccato in modo diretto e aggressivo un intero popolo, quello italiano, attribuendo a tutti le colpe di uno (peraltro ancora oggetto di indagine penale).

Non solo. Oltre ai soliti stereotipi, il giornalista Jan Fleischhauer ha aggiunto una serie incredibile di concetti a sostegno delle sue tesi: si va dalla disparità fra i sessi alle attribuzioni culturali in un tripudio di superficialità, ignoranza e luoghi comuni da rabbrividire. Tra le frasi migliori, si fa per dire: “Il carattere nazionale è un po’ come le disparità fra i sessi. Anche se sono state abolite da tempo, nella vita quotidiana ci andiamo a sbattere continuamente contro.” E, riferendosi all’Euro, “Per riconoscere che la cosa non poteva funzionare non era necessario aver studiato economia politica, sarebbe bastata una visita a Napoli o nel Peloponneso. Adesso si cerca disperatamente una soluzione. La risposta della Cancelliera è che tutti diventino come noi. Si vedrà come andrà a finire.”

Fin qui sarebbe stato possibile liquidare la cosa e non fare da eco a tali scemenze. Ma non si può proprio transigere sul fatto che nell’articolo si faccia esplicito riferimento alle razze: quella tedesca e quella italiana, e che naturalmente, secondo lui, quella tedesca sia superiore.

Visto che il giornalista teutonico ha utilizzato il termine “razza” e ha scritto: “Non occorre scomodare la genetica, per arrivare alla conclusione che le nazioni si distinguano tra loro. Esistono infatti motivi climatici e anche la lingua ha la sua importanza.”, vediamo di chiarire alcuni concetti.

Innanzitutto dal punto di vista strettamente scientifico, si definisce “specie” un gruppo di popolazioni naturali che si possono incrociare tra loro, ma che sono isolate riproduttivamente dagli altri gruppi (ovvero gli individui sono fertili tra loro solo se appartengono alla stessa specie) . Si può parlare quindi di “specie umana”. Le “razze” invece sono popolazioni della stessa specie distinte geneticamente.

Tradizionalmente per la specie umana venivano identificate cinque razze: caucasica, nera, orientale, americana e australiana. Ma da mezzo secolo l’avvento della biologia molecolare ha permesso di indagare in modo più approfondito il Dna e i caratteri genetici associabili alle razze. Si è visto che in realtà fin da tempi antichissimi ci sono state migrazioni e unioni tra individui appartenenti a razze diverse. Ciò ha mescolato i patrimoni genetici degli individui e sfumato decisamente i confini tra una razza ed un’altra, tanto da indurre oggi molti genetisti a definire non più applicabile all’uomo tale classificazione. Il continuo rimescolamento dei caratteri genetici ha come risultato una sempre maggiore diversità del patrimonio genetico da una generazione all’altra. E questo è decisamente positivo: gli individui riescono ad adattarsi meglio all’ambiente, hanno una maggiore probabilità di sopravvivenza in caso di epidemie ed una minore incidenza di tare o malattie connesse a predisposizioni genetiche. Quindi tutto sommato non appartenere ad una vera e propria razza ha i suoi benefici, sia per gli italiani che per i tedeschi. Inutile dire poi che nessuno studio sull’uomo ha mai associato il comportamento individuale all’appartenenza razziale. Ancora una volta è la scienza che più di ogni altro sapere può smascherare qualsiasi credenza popolare o sporca bugia.

E’ stato davvero terrificante leggere un articolo del genere da un giornale tedesco proprio in occasione della Giornata della Memoria. La Germania, che si è macchiata di quello che probabilmente è il più atroce crimine contro l’umanità, dovrebbe essere sensibile più di altri a certe tematiche. Evidentemente non è così, affaccendata com’è a valutare gli spread. A quanto si sa infatti nessuno ha preso posizione contro l’articolo del signor Fleischhauer, che da solo racchiude tutti gli strascichi di ciò che consideriamo più odioso.

Probabilmente quella nazione non ha ancora fatto veramente i conti con i suoi errori e con la storia. Ma i conti non li ha fatti nemmeno con la scienza, altrimenti nemmeno l’ultimo degli ignoranti avrebbe potuto, il 23 gennaio 2012, applicare per l’uomo il concetto di comportamento a quello di razza, o fare il paragone tra inesistenti razze appartenenti a nazioni diverse.




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