ANNO 14 n° 115
La banda non suona, il Comune la ''suona''
Interrotto ogni rapporto tra l'amministrazione e i musicanti della ''Raffaele Poleggi''
13/08/2017 - 08:07

di Irene Minella

FABRICA DI ROMA – Suona musica stonata a Fabrica di Roma in questa calda estate di agosto. Non c’è infatti nessun ''accordo'' che funzioni tra il gruppo bandistico della città e il Comune stesso, tanto che quest’ultimo ha deciso di non finanziare più la banda ''Raffaele Poleggi'' istituendone una tutta nuova. E ciò che è accaduto durante un’inaugurazione dello scorso maggio può essere un esempio per tutti di tale ''stonata'' questione. I musicisti della banda, con incredulità dei cittadini e delle autorità presenti, hanno deciso di andarsene nel bel mezzo della manifestazione perché non sono riusciti ad intonare l’Inno d’Italia.

Questa è stata anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I rapporti di incomprensione e astio tra Comune e banda vanno avanti infatti da molto tempo. ''Tutto questo è stato fatto perché la vecchia banda ‘Raffaele Poleggi’ insisteva nel dire che non era una banda comunale, bensì una banda privata – scrive il sindaco di Fabrica di Roma Mario Scarnati, in una nota informativa alla popolazione -. Al Comune, però, questa banda privata costava, tra annessi e connessi, circa 18mila euro l’anno, 18mila euro di voi cittadini''.

''In cambio il Comune, negli ultimi 12 mesi, ha ricevuto solo un servizio dalla banda stessa – continua il primo cittadino -: l’inaugurazione della ‘Madonnella’, ma i componenti della banda, a metà inaugurazione, poiché non avevano suonato l’inno d’Italia, hanno girato i tacchi e se ne sono andati, con grande sorpresa delle autorità presenti''.

Prima della decisione estrema presa dal Comune si è cercato di trovare una soluzione meno drastica, ma ogni tentativo pare sia stato vano. ''Il sindaco e l’amministrazione tutta – spiega ancora Scarnati -, hanno invitato più volte il capobanda Saro Tomarchio, il maestro Giovanni Angelini e tutti i ‘musicanti’ ad un incontro pubblico nella sala comunale. I signori si sono rifiutati, adducendo come scusa che loro sono dei professionisti autonomi e non vogliono sottostare in alcun modo a nessuno, tanto meno all’amministrazione comunale, da cui però percepivano finanziamento e l’uso dei locali. Quasi tutti i componenti della banda hanno deciso di andare a suonare in un’altra sede, forse un casale''.

Ed ecco quindi che sindaco e consiglieri hanno deciso per la fine di qualsiasi rapporto con la ''Raffele Poleggi'': ''A tanta determinazione tutta l’amministrazione fa loro i più sinceri auguri di grande successo ‘come del resto meritano’. In quanto a noi – sottolinea e conclude il sindaco -, proseguiremo istituendo una scuola. Non siamo assolutamente disponibili a dare i soldi dei cittadini alla banda perché poi ne faccia l’uso che crede. Per questo, dal 12 agosto, non verseremo più nemmeno un euro dei contribuenti fabrichesi e toglieremo loro tutti i locali del Comune, di cui beneficiano''.





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