ANNO 14 n° 79
La Banda del Racconto omaggia Vittoria Colonna
Venerdi, ore 21.30, secondo appuntamento del nuovo ciclo di passeggiate '''Viterbo, la cittą delle donne''
26/07/2017 - 17:15

Riceviamo e pubblichiamo da Pietro Benedetti

VITERBO - Venerdì 28 luglio. Ore 21.30. Appuntamento nel cortile di palazzo dei Priori, in piazza del Comune a Viterbo. Tocca a ''Sol per sfogar l'interna doglia – Omaggio a Vittoria Colonna''. Secondo episodio del nuovo ciclo di passeggiate ''Viterbo, la città delle donne – 7 passeggiate/racconto al femminile'': una iniziativa patrocinata e finanziata dal Comune di Viterbo e dal Distretto dell'Etruria meridionale e realizzata per le cure di Antonello Ricci e Banda del racconto (in collaborazione con Davide Ghaleb Editore).

Un progetto fermamente voluto dalla vice sindaca Luisa Ciambella. Narrazione itinerante di Antonello Ricci. Regia di Pietro Benedetti. In scena: Francesca Angeli nel ruolo di Vittoria Colonna. Letture brani Michelangelo ed Egidio da Viterbo, Pietro Benedetti. Costumi storici di Nicoletta Vicenzi. Alle percussioni Roberto Pecci. Luisa Ciambella porterà i saluti dell'amministrazione comunale.

Partecipazione gratuita.

 Vittoria Colonna a Viterbo. Le sue lettere e il suo canzoniere, i suoi scambi, epistolari e in versi, con artisti ed intellettuali del calibro di Michelangelo ed Egidio da Viterbo. Il miracolo di una voce al femminile, di una intensa parola – e che parola! – di una soggettività ''altra'' che, quasi per miracolo, fende secoli di potere maschile (di liturgia della scrittura quale ''lingua'' del sacerdozio maschile del potere) per esprimersi in prima persona. Dialogando con quei grandi, Vittoria contribuì non poco ad animare l'Ecclesia viterbiensis – il cenacolo del ''partito'' dei cosiddetti Spirituali: un movimento che, se fosse riuscito nell'intento di innalzare (come quasi riuscì a fare) il cardinal Reginald Pole al soglio pontificio, avrebbe cambiato rotta alla storia europea. Tutto questo a Viterbo, in anni cruciali per il nostro difficile destino di italiani, per il futuro assetto dell'Europa moderna tutta.

Ebbene, più o meno in quegli stessi anni, Viterbo assumeva le favole di Annio a nuovo sigillo identitario, affrescandone le due principali sale del piano nobile di palazzo dei Priori: nient'altro che uno splendido quanto patetico medicamento volto a lenire la recente definitiva perdita di indipendenza municipale e la conseguente decadenza dell'orgoglio di una appartenenza civica. Viterbo sprofondava dunque nei sottoscala della storia. Nell'eterna notte della provincia...

Ribadiamolo: la sfida intrapresa da Banda del racconto con questo inedito ciclo di passeggiate/racconto, non è delle più facili né prevede esiti scontati. Perché quand'anche – anche a Viterbo – le donne sembrino, qua e là, nel corso dei secoli, essersi affacciate da protagoniste ai piani nobili della storia, con il tocco straordinario di una ''differenza'' di genere, esse sono comunque rimaste Senza-Voce. Eh sì, perché la storia è e resta scrittura.

La scrittura è potere. E il potere, ahimè – soprattutto quello dell'inchiostro, dello stilo e della gomma da cancellare – è sempre stato brandito dagli uomini. Questo, al tempo stesso, l'aspetto più appassionante di tale sfida: sfregare e rievocare, dalla lampada magica di carte vergate in terza persona da un narratore maschio, una voce femminile in prima persona. Recuperarne, con umiltà, la luminosa soggettività.

Il ''copioncino'' portato in scena si basa su una delle attività formative svolte dagli apprendisti narratori nell'ambito del master di I livello Dibaf-Unitus per ''Narratori di comunità'': ricerca e montaggio fonti Fabrizio Allegrini, Francesca Angeli, Stefano Bianchini, Maria Letizia Cecconi e Biagio Stefani.







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