ANNO 14 n° 107
Isis, ecco costola egiziana: colpiremo Usa e cristiani. Terzo video di Cantlie
30/09/2014 - 10:08

Il nuovo conflitto (in Siria e Iraq) non renderà l'Occidente più sicuro; coi raid non guadagnerete terreno': così l'ostaggio britannico Cantlie nel suo terzo video pubblicato dall'Isis. In tenuta arancione dietro ad una scrivania come nelle precedenti 'puntate', Cantlie afferma poi che lo Stato islamico non ha perseguitato e ucciso i cristiani e gli Yazidi. Poi l'attacco al discorso del presidente Usa, bollato come 'irritante'. Il filmato al momento è stato rimosso da Youtube.

 

'Colpiremo i seguaci della Croce e gli interessi americani'. E' la minaccia del neonato gruppo Jund al Khilafah Kinana (I soldati del Califfo in Egitto) che annuncia la sua costituzione e plaude all'alleanza con lo Stato islamico di Baghdadi. Lo riferisce l'autorevole Site, il sito di monitoraggio dell'estremismo islamico sul web.

 

Da giorni si rincorrevano voci al Cairo sul possibile annuncio della nascita di una organizzazione ufficialmente legata all'Isis. Nei giorni scorsi fonti della sicurezza avevano rivelato all'ANSA di aver ''tracciato'' l'arrivo nel Paese, probabilmente dalla sua frontiera orientale in Sinai, di 'elementi collegati all'Isis, reduci da Iraq e Siria'.

 

Intanto i jet britannici hanno compiuto oggi il primo raid in Iraq, vicino a Mosul, nel nord del Paese, secondo l'agenzia irachena Nina.

 

Citando fonti mediche locali, la Nina afferma che nove jihadisti dello Stato islamico (Isis) sono rimasti uccisi nell'attacco, sul villaggio di Sada, a nord di Mosul. 'L'obitorio di Mosul ha ricevuto i corpi di nove membri dell'Isis uccisi quando gli aerei britannici hanno bombardato roccaforti dell'organizzazione nel villaggio di Sada', ha detto una fonte.

 

Tre giorni fa il Parlamento di Londra aveva autorizzato i raid contro lo Stato islamico, ma solo sull'Iraq, non sulla Siria. Sabato due Tornado decollati dalla base di Akrotiri, a Cipro, avevano eseguito una prima missione di ricognizione sull'Iraq. 'Contro i militanti dell'Isis siamo tutti nella stessa trincea'. Nel giorno del primo raid britannico in Iraq, l'ambasciatore del Regno Unito a Roma, Christopher Prentice, sostiene che per sconfiggere i jihadisti dello Stato Islamico non c'è una soluzione di breve periodo e facile da perseguire, ma anche non c'è la scelta di non far nulla perché siamo veramente minacciati, come i nostri amici nella regione'.

 

L'APPELLO DEI TEDESCHI

I due tedeschi rapiti nelle Filippine dai terroristi islamici hanno lanciato un appello al governo tedesco, perché faccia ogni sforzo per liberarli. ''Spero che il mio governo faccia tutto ciò che è in suo potere per ottenere la mia libertà'', ha detto un uomo che si è qualificato come medico, alla radio Zamboanga City, riporta Bild.

 

Nei giorni scorsi, il sito americano 'Site' aveva pubblicato la foto di un terrorista che minacciava di morte uno dei due prigionieri. Il gruppo di Abu Sayyaf, ribelli del sud delle Filippine, hanno minacciato di decapitare i due cittadini tedeschi se non otterranno 4 milioni entro il 10 ottobre. Oltre al ricatto di natura economica, i terroristi chiedono che la Germania smetta di dare sostegno alla missione Nato conto Isis in Iraq e Siria. Il governo tedesco ha una unità di crisi al lavoro sul caso, ma ha già replicato alle minacce che la strategia contro Isis non cambierà.

 

IL MONITO DEL MILIZIANO

Per quanto propagandati dagli Usa, gli attacchi aerei contro l'Isis hanno scarsi risultati. A dirlo è un combattente dell'Isis in un'intervista esclusiva alla Cnn. Agli attacchi aerei 'eravamo preparati da qualche tempo - dice il miliziano Abu Talha - sappiamo che le nostre basi sono note perché ci controllano con radar e satelliti, e dunque ne abbiamo altre di riserva'.

 

Poco efficaci a suo avviso anche gli attacchi aerei ai danni delle raffinerie mobili in controllo dell'Isis. 'Abbiamo fonti di finanziamento diverse', sottolinea l'intervistato, ripreso dalla telecamera in modo che il suo volto non sia riconoscibile, e 'le nostre finanze non si esauriranno per la perdite del petrolio'. Nei giorni scorsi i caccia statunitensi, sauditi ed emiratini hanno bombardato una dozzina di raffinerie modulari di petrolio, impianti con i quali, secondo il Pentagono, l'Isis era in grado di produrre dai 300 ai 500 barili di petrolio al giorno, da contrabbandare attraverso Turchia e Kurdistan iracheno.

ansa.it






Facebook Twitter Rss