ANNO 14 n° 109
Invece di Claudio Lotito spunta l'Amiternina
Dietro Coletta ci sarebbe una cordata abruzzese per la Viterbese
21/03/2013 - 04:00

VITERBO - (An. Ar.) Ma quale Lotito? Ma Lotito de che? Ci hanno creduto in pochi che il presidente latinista della Lazio potesse dare una mano alla Viterbese: soltanto i soliti boccaloni, pasturati dai soliti pescatori di frodo. La maggior parte dei tifosi gialloblu ha subito diffidato, se non ironizzato, sulla prossima venuta dell'ennesimo salvaore della patria. E infatti. E infatti dietro la visita del generale Giulio Coletta (nella foto), e al conseguente incontro con il vicepresidente Massimiliano Petrelli in Comune (ma perché proprio in Comune, nell’ufficio del sindaco? Non potevano vedersi al bar, o nella sede sociale di via della Palazzina?) pare che ci sia dell’altro.

Dietro Coletta, infatti, sarebbe pronta una cordata riconducibile alla dirigenza dell’Amiternina, società abruzzese di Scoppito (paese a due passi da L’Aquila, gravemente colpito dal terremoto), società della quale il generale Coletta è presidente onorario. Vicepresidente invece è Pasquale Specchioli, stimato imprenditore nel ramo chimico. Entrambi sono uomini di calcio: hanno lavorato ad Anagni e hanno anche dato una mano a L’Aquila. Il prossimo obiettivo potrebbe essere dunque la Viterbese, anche se non è dato sapere in quali vesti: come sponsor ''alla Deodati'',come nuovi dirigenti, o addirittura come proprietari? Di certo Coletta è il responsabile del settore giovanile della Ss Lazio, struttura ben definita e che non può essere ricondotta automaticamente alla gestione della prima squadra, come invece ha fatto qualcuno, con troppa faciloneria.

Quel che è certo è lo stato comatoso dei conti gialloblu. A partire dalle famose cartelle esattoriali citate dal presidente Graziani al momento delle dimissioni. Un debito ingente nei confronti dell’Enpals che non può essere imputato certo all’ultima gestione ma semmai è riconducibile ai presidenti precedenti, da Maggini a Fiaschetti. Prima, infatti, le pendenze con l’Enpals erano state risolte grazie ad una fideiussione depositata alla Carivit e firmata dai vecchi soci della gestione Bisanti. Il problema è quello che non è stato pagato dopo, dai successori: alcuni debiti sono già emersi, altri potrebbero scappare fuori a breve, con effetti devastanti sulla sopravvivenza della Viterbese.

SU VITERBOPOST LA STORIA DI UNA COLLETTA D'ALTRI TEMPI






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