ANNO 14 n° 110
Indipendenza, la Scozia dice no; Cameron: ''Andiamo avanti uniti''
19/09/2014 - 10:14

La Scozia resta nel Regno Unito. Il «no» all’indipendenza raggiunge il 55,30%. Il «sì» si ferma al 44,70%. Un risultato comunque storico che registra anche il record di affluenza alle urne:84,59%.

Cameron soddisfatto, Salmond: «Messaggio forte»

Mentre gli unionisti festeggiano (anche se il Paese è cambiato per sempre), il primo commento del premier britannico è di sollievo. Niente dichiarazioni ma solo tweet per congratularsi con Alistair Darling, a lungo Cancelliere dello Scacchiere e che in queste settimane ha guidato la campagna «Better Together»: «Ho parlato con Alistair Darling e mi sono congratulato con lui per una campagna ben combattuta», scrive il premier. Poi il discorso ufficiale al Paese alle 7 (le 8 in Italia): «Siamo più uniti di prima, ora lavoreremo insieme per la devolution». «Accettiamo democraticamente la sconfitta- ammette in diretta tv il «First Minister» scozzese Alez Salmond - La Scozia non sarà un Paese indipendente. Però questa partecipazione ha costituito un trionfo. Ora però - ha aggiunto - dobbiamo andare avanti uniti». Mmessaggi di riconciliazione . Come dovrebbe essere il discorso della regina Elisabetta II che, dicono i media britannici, parlerà nel pomeriggio.

Glasgow vota per l’indipendenza, Edimburgo dice no

 

Analizzando il voto possiamo dire che a Glasgow, prima città scozzese un tempo roccaforte laburista, è maturato in questi mesi proprio sulle delusioni per il Labour Party, il terreno di cultura per le istanze indipendentiste. Gli indipendentisti infatti qui hanno ottenuto il 53% dei voti. Ma evidentemente non è bastato. Particolarmente forte la vittoria di chi voleva la permanenza nel Regno Unito a Edimburgo: i no hanno ottenuto 194.638 voti, il 61,1% del totale mentre ai si’ sono andati 123.927 voti, il 38,9% del totale. Grande successo per gli unionisti anche dalle isole Orcadi e Shetland, dove il «no» all’indipendenza ha prevalso rispettivamente con il 68% e il 64% dei voti. Aberdeen, la capitale scozzese del petrolio, ha rigettato l’idea dell’indipendenza accogliendo l’appello delle aziende energetiche che nei giorni scorsi avevano lanciato l’allarme sui possibili rischi derivanti da un’eventuale secessione della Scozia. Il fronte degli unionisti si è fermato a 59.390 voti (il 41,4%) su 143.664 voti validi, mentre il «No» ha collezionato 84.094 voti (58,5%), con l’1% circa di voti non validi. No vittoriosi pure nelle fiere Hilghland - le terre di «Braveheart» - ha vinto il fronte del no. Le Highland sono state l’ultima circoscrizione a certificare il risultato elettorale, la 32esima: il no ha vinto con il 52,9%, mentre il sì si è fermato al 47,1%.

Affluenza record

L’affluenza è comunque record: ha votato l’84,48% degli aventi diritto. Lunghe file ai seggi si sono registrate sin dalle prime ore del mattino di giovedì. Ma non sono mancati momenti di tensione. A Clydebank, nell’Ovest della Scozia, un militante indipendentista è stato arrestato con l’accusa di avere assalito un unionista. E nelle ultime fasi dello spoglio è spuntato anche lo spettro dei brogli elettorali: la polizia ha denunciato una decina di voti doppi a Glasgow.

Le Borse «festeggiano»

Il no alla scissione fa volare le Borse. Sull’onda del «no» al risultato referendario scozzese, Tokyo ha chiuso ai massimi dal novembre 2007. L’indice guida Nikkei è aumentato dell’1,58%, pari a 253,60 punti, è ha chiuso a 16.321,17.

fonte: Corriere.it






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