ANNO 14 n° 111
Inchiesta rifiuti Michelini e Ciambella ieri in Procura
Hanno consegnato al Pm
il Pef 2015 di Viterbo Ambiente
07/08/2015 - 00:01

di Roberto Pomi

VITERBO – Inchiesta Vento di Maestrale, il sindaco Leonardo Michelini e il vicesindaco Luisa Ciambella in Procura. Ieri mattina i due amministratori di Palazzo dei Priori hanno incontrato il pubblico ministero Massimiliano Siddi, titolare dell’inchiesta, per consegnargli alcuni documenti. In particolare hanno presentato al magistrato il Pef 2015 relativo all’attività di Viterbo Ambiente. Si tratta del piano economico finanziario dove è descritto nel dettaglio il servizio di igiene urbana, raccolta rifiuti e spazzamento strade, approvato lo scorso 31 luglio dal consiglio comunale.

L’operazione della Procura, scattata il 3 giugno scorso, aveva visto all’opera oltre 50 carabinieri del Comando Provinciale di Viterbo, 25 militari del Noe di Roma, 38 agenti della Polizia Stradale di Viterbo. Tutti impegnati dalle prime ore del mattino nelle province di Viterbo, Roma, Terni e Latina nell’esecuzione di 9 ordinanze di custodia cautelari agli arresti domiciliari emesse dal gip del Tribunale di Viterbo nei confronti di altrettanti destinatari responsabili a vario titolo e in concorso tra loro di truffa, frode in pubblica fornitura, falso materiale, falso ideologico, abuso d’ufficio nella gestione dei rifiuti nell’ambito della provincia di Viterbo nonché nella raccolta e igiene urbana della città di Viterbo.

Contestata una maxi truffa, costata ai contribuenti più o meno un milione e duecento mila euro, spicciolo più spicciolo meno.

Nove le persone all’epoca finite agli arresti domiciliari, al termine di indagini che hanno seguito due distinti filoni che riguardano la gestione dell’impianto di trattamento rifiuti di Casal Bussi e della pulizia delle strade viterbesi affidata alla società Viterbo Ambiente. Tra questi, Rosario Carlo Noto La Diega (consigliere del gruppo Gesenu di Perugia di proprietà dell’avvocato Manlio Cerroni, il ''re dei rifiuti'' romani arrestato nel gennaio 2014), il dirigente del settore Ambiente del comune di Viterbo Ernesto Dello Vicario e Francesco Zadotti, presidente della Ternana Calcio e uomo di fiducia di Cerroni. A quanto ricostruito, la Ecologia Viterbo, società coinvolta nell'inchiesta, sarebbe in parte di proprietà di una delle società della holding del gruppo Cerroni.

''Fino al 2012 nell'impianto non è stata svolta nessuna operazione – aveva spiegato Siddi all’interno dell’apposita conferenza stampa - poi sono iniziate attività minime ed effettuate male, con procedure non consentite''.

L'altro filone riguarda le pulizie delle strade di Viterbo, in particolar modo l'attività di spazzamento meccanico mai effettuata dalla società incaricata: qui vennero arrestati Noto La Diega, presidente del cda della Viterbo Ambiente, il dirigente comunale Ernesto Dello Vicario, che avrebbe favorito l’azienda evitandole di subire sanzioni per le inadempienze, il responsabile tecnico della Viterbo Ambiente Francesco Bonfiglio, Maurizio Tonnetti e Fulvio Santini. Le accuse per i nove sono, a vario titolo, truffa, frode in pubblica fornitura, falso ideologico, falso materiale e abuso d'ufficio.

''Possiamo parlare di un danno complessivo arrecato alla comunità viterbese – aveva dichiarato Siddi - di circa un milione e duecento mila euro, calcolando le tasse pagate dai cittadini e i danni per la mancata erogazione dei servizi. Per quanto riguarda lo spazzamento delle strade, alle spazzatrici veniva disattivato il sistema di geolocalizzazione, così che fosse impossibile verificare l'attività svolta e la condizione delle strade dopo il loro passaggio''. Invece dei macchinari, si ricorreva alla pulizia classica, con scope e palette.





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